martedì 12 luglio 2011

DANIELA FOSCHI A ROCCA MASSIMA - PERSONALE DAL 16 LUGLIO AL 19 AGOSTO - OSTELLO DELLA ROCCA

Daniela Foschi nasce a Roma dove vive e lavora.




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Amante della pittura già da giovane,
consegue il diploma di Maturità Artistica,




sez. Architettura al 2° Liceo Artistico di Roma,




e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma sez. Pittura di Via Ripetta.




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Abilitata in Discipline Pittoriche




per l’insegnamento nei licei artistici e istituti d’arte,


Disegno e Storia dell’Arte per l’insegnamento nei licei scientifici


e scuola media.


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Attualmente insegna Arte e Immagine




nella scuola secondaria di primo grado “J. Pintor” di Roma.




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"Nella mia pittura, il gesto pittorico e la materia diventano i veicoli




con i quali scoprire, indagare e studiare la superficie,




che da me viene vissuta e affrontata come tela da tessere."




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Daniela Foschi




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La mostra “Spazio al colore”, dalle Fonderie delle Arti ,via Assisi 31di Roma si trasferisce nei mesi di Luglio e Agosto nei locali dell'Ostello della Rocca a Rocca Massima in provincia di Latina.



Un altro evento inserito nel Progetto culturale artistico che vede protagonisti tutti gli artisti ed in particolare quelli che fanno parte del territorio.



Spazio al colore!

Guardare i quadri di Daniela Foschi necessariamente porta ad accorgersi che lo spazio è cosa diversa da quella assimilazione soggettiva attraverso cui i nostri sensi sono abituati a percepire l’esistente. Si sperimenta una dimensione altra. Che è pure una dimensione riconoscibile e nota, in qualche modo congeniale all’idea che dobbiamo avere del mondo. Forse bisogna proprio dare ragione ad un artista come Achille Perilli, quando sostiene che “esistono due spazi. Il mio, vostro, nostro, di tutti, e un altro spazio: quello dell’arte; in quest’ultimo vivono forme e colori che noi dipingendo rendiamo solo in parte, per quel tanto che è nelle nostra capacità di rendere”. La pittura cioè non si esercita per niente a riprodurre in modo più o meno fedele il mondo che noi tutti, come esseri fisici, abitiamo; in realtà essa è il riflesso di un intero e distinto universo, di cui fornisce le molteplici esperienze. Tutto ciò che esiste in tale universo è effettivo, constatabile solo nei termini di un’evocazione passionale, di un’emozione suscitata che potente e compatta assorbe il calore, la pulsazione, il respiro, l’essenza stessa della vita. Daniela Foschi mette in moto un meccanismo di luce e colore che fraziona e distribuisce la superficie pittorica entro il tracciato di linee di movimento, in un addensarsi di geometrie e direzioni, fino in una tessitura cromatica, fitta di segni e di settrici, che diventa vera e propria atmosfera, invasione totalizzante del sensibile. La realtà è allora questa verberante suggestione luminosa, ai cui ritmi si muovono anche le storie, gli incontri, i momenti esigui e le situazioni concrete, ma soprattutto fluiscono le sensazioni e la percezione stessa della vita.



Prendiamo ad esempio questi paesaggi urbani. L’artista sbalza la visuale oggettiva dalle angolature di una impressione veloce di linee cromatiche e forme e tracciati. Impressione, che però è la vera protagonista dello spazio, il vero fulcro di interesse per la ricerca e la sperimentazione creativa. Anzi, proprio da tale impressione si genera poi la visione, come dimostrano i quadri il cui soggetto è pura ed incondizionata elaborazione dei motivi di colore. Gli stessi motivi, con le loro geometrie o andamenti, poi entrano come fondali e quinte scenografiche nelle rappresentazioni figurative, corrono come tratti che in cadenza parossistica segmentano la struttura dell’immagine, dilagano come diffusioni vorticose che segnano le energie ed il movimento all’interno dei contesti. La relazione fra intuizione e raffigurazione viene avvalorata dall’intreccio di queste linee di forza, futuristicamente inserendo nella composizione, anzi addirittura facendo prevalere, le direttrici dinamiche. Cosicché si sviluppa il linguaggio personale dell’artista, equidistante sia dal rigore razionalista di un astrattismo geometrico come dalla passività descrittiva di un puro e semplice naturalismo. Alla fine in queste città, in queste situazioni di effimera quotidianità, si annullano i caratteri di individuazione inerte di un dato momento in un dato luogo, ed invece si pone definitiva ed in assoluta nettezza l’interiorizzazione di un fascino emotivo, e vitale, ognora palpitante.



Più che ad una scansione visiva della realtà dunque, tale regolarizzazione delle tensioni si conforma come per naturale affinità allo scandirsi di questi ritmi urbani, serrati quali li registra l’occhio dell’artista e che ci appaiono, come nella nostra comune esperienza e sentire, frammentati, adiacenti, compresenti, indipendenti; e che pure, nello stesso tempo, costruiscono un agglomerato inestricabile e compatto di tempi e circostanze, di percezioni sovrapposte e fuse insieme, anche di equilibri disarmonici, ma ormai abituali e distintivi dei nostri giorni metropolitani.



In tutto questo non bisogna mai dimenticare la luce. Quasi si trattasse di registrarne le singole incidenze e, per così dire, i singoli umori (il loro assieparsi contiguo e compositivo), la pittura incalza ed amplifica l’impressione visiva. La stesura dei colori, la sua consistenza, è appena corposa e ruvida, come fatta di filature screziate, graffi di spatola; eppure la sua resa è di atmosfera limpida e tersa, luce che annulla i volumi e le penombre, precisa i contorni in una bidimensionalità a “taglio di vetro”. L’espressività si fa così intensa da riuscire a condurre le prospettive inattese e gli strisci rapidi dei movimenti fino alla “trasparenza” del soggetto: ciò che viene raffigurato si rivela occasione per fare pittura, per dare alla pittura l’ordine su cui stendere le sue trame fisicamente rilevanti e rilevate. Al punto che in alcuni esperimenti Daniela Foschi rafforza l’impianto pittorico con l’inserimento di materiali e, quindi anche qui, di fili e partizioni, aprendo alla sostanzialità degli elementi e degli spessori le successioni di piani, e di rifrazioni, sulle tele. Ed è interessante questo gioco con la materia, con le “cose” (ecco le sedie di Daniela Foschi, il loro “stare” inopinato in pittura) che diventano soggetti d’arte tramite gli arricchimenti di accostamento e colore, in questa sublime dialettica fra le dimensioni. Come si vede, allo spazio si ritorna. A questo spazio di riflessi e timbri cromatici, la cui forma concreta aderisce come un tessuto alle immagini, impalpabile e tuttavia ad esse intimamente attinente. Uno spazio che si modella liberamente, come emozione e misura dell’azione penetrante della luce.

Francesco Giulio Farachi


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ROCCA MASSIMA


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Rocca Massima è un comune di circa 1.100 abitanti




in provincia di Latina nel Lazio, a 60 Km da Roma,




raggiungibile passando per i Castelli Romani, dopo Velletri e Giulianello,




o uscendo al Casello autostradale di Valmontone,




a 20 Km passando per Artena e Giulianello.




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Paese dei Monti Lepini, a 735 m s.l.m.,




dista circa 40 Km dal mare




e 10 km dal Monumento Naturale Lago di Giulianello.




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A Rocca Massima nella Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo,




dotata di un maestoso organo meccanico di oltre millecento canne,




ogni anno si svolge la Rassegna Organistica Internazionale,




che, giunta all'XI edizione, ospita i più grandi maestri organisti




provenienti da ogni parte del Mondo.




Queste esibizioni vengono proiettate su uno schermo gigante




dando modo al pubblico esterno di seguire i concerti.




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Iniziano a Maggio le feste di paese




con S. Isidoro nella terza domenica di maggio,




il sabato successivo la processione notturna per l’ottavario di S.Isidoro




e la domenica la festa di Maria Santissima della Pietà.




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Un evento culturale di prestigio per l’intero Territorio




è il “Premio Goccia D’Oro”,




organizzato dall’Associazione “Mons. Giuseppe Centra”,




che coinvolge artisti adulti e scolaresche con poesie e pittura:




nel 2011viene celebrato il 21 Agosto.




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Durante il periodo estivo Pro Loco di Rocca Massima




organizza l'estate rocchiggiana ricca di eventi culturali,




che spaziano dal teatro, alle poesie della memoria,




dalla musica leggera a quella classica,




con assaggini culturali a base di prodotti locali.




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La festa in onore del patrono, San Michele Arcangelo,




ricorre il 29 settembre: i suoi bellissimi fuochi d’artificio




sono visibili da tutta la pianura pontina fino alla costa laziale.




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Festeggiata ad Ottobre la Sagra dei marroni,




che con le olive sono patrimonio rinomato dei prodotti tipici,




trainanti dell’economia locale sviluppata




da prestigiose aziende agricole attive sul territorio.




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Umberto Proietti



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