mercoledì 7 novembre 2012
MOSTRA GRAND TOUR VELLETRI 07.11.2012 - 11.11.2012
venerdì 9 dicembre 2011
MANLIO RONDONI - IL MONUMENTO NATURALE LAGO DI GIULIANELLO
Umberto Proietti
venerdì 15 luglio 2011
MANLIO RONDONI - JAZZ
sabato 2 luglio 2011
sabato 18 giugno 2011
MANLIO RONDONI - I SOGNI DELLE PAROLE
lunedì 21 marzo 2011
GIUSEPPINA GOMBINI - LA PACE - SOFIA BUCCI - PEACE ... WORK IN PROGRESS
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Quale dunque il colore della pace?
io l’ho visto nell’iride del sole
in quei volti ridenti e pitturati
giovane marea senza “colore”.
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Quale dunque il senso della pace?
Io avverto nella voce dei bambini
nei loro piccoli volti addormentati
avvolti nella bandiera arcobaleno.
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Quale dunque il volto della pace?
l’ha dipinto un Pittore su nel cielo
è nell’azzurro della Sua aria tersa
e nel respiro che riscalda il mondo.
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Quale dunque la voce della pace?
l’ho udita nella festa dei tamburi
di armoniche, nacchere e canzoni
e allegri balli di giovani nel sole.
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Giuseppina Gombini
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da: “Momenti”
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Ed. La Vela - Velletri

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Opera dell'artista Sofia Bucci
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sabato 26 febbraio 2011
MANLIO RONDONI - DESAPARECIDOS
Tipico del fenomeno dei desaparecidos fu la segretezza con cui operarono le forze governative; gli arresti ed i sequestri avvenivano spesso di notte ed in genere senza testimoni, così come segreto rimaneva tutto ciò che seguiva all'arresto: le autorità non fornivano ai familiari la notizia degli avvenuti arresti e gli stessi capi di imputazione erano solitamente molto vaghi; della maggioranza dei desaparecidos non si seppe effettivamente mai nulla e solo dopo la caduta del regime militare ed il ripristino della democrazia, con la pubblicazione del rapporto Nunca más, che permise la ricostruzione di una parte degli avvenimenti e della sorte di un certo numero di "scomparsi", fu possibile conoscere che molti di loro furono detenuti in campi di concentramento ed in centri di detenzione clandestini, torturati ed infine assassinati segretamente, con l'occultamento delle salme in fosse comuni o gettati nell'Oceano Atlantico o nel Rio de la Plata con i cosiddetti voli della morte.
La sparizione forzata è un fenomeno che si è verificato anche in altri paesi ed in altri momenti storici.
sabato 12 febbraio 2011
lunedì 24 gennaio 2011
ALDO ONORATI - LA SPERANZA E LA TENEBRA
“La speranza e la tenebra” di Aldo Onorati
ALDO ONORATI
PRESENTA A VELLETRI IL LIBRO “LA SPERANZA E LA TENEBRA”
di Umberto Proietti
Aldo Onorati sceglie la Libreria Mondatori di Velletri per la prima presentazione del suo libro “La speranza e la tenebra”. In esso percorre una serie di eventi vissuti nel contesto storico, sociale e ambientale di Roma e dei Castelli Romani nei primi 70 anni del 900.
Il protagonista del romanzo – Felice – scorre nelle pagine sotto l’attenta osservazione dell’autore nato e vissuto nei Castelli Romani.
È il prof. Filippo Ferrara a illustrare i contenuti di questa opera narrativa che, vissuta all’interno delle vicende nazionali politiche, riprodotte in questa area a ridosso di Roma, diventa anche un prezioso documento storico.
“Preziosa fonte d’informazione è stato mio padre, testimone dei tempi narrati.” Così ci rivela lo scrittore.
La lotta per l’ideale, è questa l’idea di base sostenuta dal protagonista e supportata anche dalla meditazione riportata sul retro della copertina: “Il male ha alleati potenti. Ma gli idealisti sono la coscienza del mondo.” Attento osservatore di opportunismi, tradimenti e sconfitte, il personaggio principale uomo retto e coerente, sembra avere tutti contro, anche la stessa natura, tanto amata dall’autore che in più occasioni la esalta negli incisi del racconto.
A leggere alcuni brani del libro è stata la prof.ssa di filosofia Patrizia Audino apprezzata molto dal pubblico per la sua elegante lettura:
“Le ridenti colline, verdi estate e inverno, chiare di sole e di luna, assunsero un aspetto brumoso durante i bombardamenti. I grottini umidi, primordiali, che escono sul lago come grandi bocche della terra, divennero il ricovero di tanti sfollati, la tomba di tanti morti.” Uno scenario incantevole in una realtà sconvolta dagli avvenimenti spesso resi concreti con minuziosi e suggestivi scorci che si inseriscono puntuali nei dialoghi fondendo con loro. “Anche i contadini dei Castelli Romani, […], sentirono il fascino della frase “Secolo nuovo, cose nuove”. E la ripeterono per le vigne, senza eco a causa della neve che spegne rumori; e la pronunciarono, come una formula magica, sui sagrati delle chiese, nelle osterie, sui sentieri fra i casolari sperduti. In quei tempi, infatti, dai Colli Albani al mare si stendeva una fascia di verde compatto e rari sorgevano i casali sulla pianura.”
Il romanzo si sviluppa nello scenario delle campagne romane e laziali con penetranti avvenimenti storici e politici che scorrono unitamente all’avvento tecnologico e industriale mutando la civiltà contadina.
Ancora Audino recita una parte dell’ultime pagine del libro:
“Felice tornò pian piano al lavoro dei campi. Al tramonto era così dolce il fuoco, il fumo che all’orlo della fiamma tagliente si liberava per il camino… Il gallo insonne dava l’addio al giorno col canto con il quale forse aveva annunciato ai primordi, per volere divino, il compimento della Creazione.”
Quest’opera, attuale per la trama e i protagonisti, ci fa riscoprire il desiderio, radicato in ognuno di noi, di credere in qualcosa per cui valga la pena di vivere e morire.
Aldo Onorati, Direttore editoriale, è autore di opere tradotte in varie lingue.
Ricordiamo le più lette: “Gli ultimi sono gli ultimi – Nel frammento la vita – La sagra degli omicidi – Lettera al padre – La vigilia dei sensi – Il sogno, l’incubo, il sacrilegio – Il Dio ritrovato”.
Docente di lettere alle superiori, dantista e critico d’arte presta la sua attenzione anche allo studio dei dialetti comparati nei Castelli Romani e all’antropologia culturale di questo territorio.
domenica 9 gennaio 2011
MANLIO RONDONI - "LA STANZA DEL PITTORE CIECO"
lunedì 28 giugno 2010
GIUSEPPE CHERUBINI - LA SCUOLA
La Scuola
di Dante Zinanni
Lo schema scenografico di questa scultura del M° Cherubini presenta una piramide a basamento quadrato a rappresentare la scuola, fucina primaria dello sviluppo estetico e morale, personale sociale, tecnico e scientifico dell'uomo; la scuola come accademia della conoscenza e dell'acquisizione di un profondo happening esistenziale o come officina e laboratorio di professioni empiriche.
L'iter dialettico-formativo, per Cherubini, non si esaurisce in accomodanti confronti,
esige invece un arco di tempo più o meno lungo, espresso dalla molteplicità dei pioli, e una valenza caratteriale da rovere, capace di superare con naturali faticosi riscontri, indicati senza reticenza dalla verticalità scaligera.
Una “p greca” in rilievo su una delle pareti, simboleggia la «porta della conoscenza», legata com'è alla funzione di «sacro rapporto» tra lunghezza e diametro del cerchio.
Dalla porta della conoscenza si sprigionano forze raggianti, da cui - come elemento pedagogico portante - nasce un libro, che è luce condensa di materia sapienziale, che l'intelletto dipana e plasma, dandole significazione realmente cioè coglie per esso lo splendore dell'essere, lo significa allo spirito e lo feconda di luminosità transluminosa con facoltà generative di novelle realtà.
Le piccole piramidi, che popolano la base ne sono contrassegno eloquente.

di Filippo Ferrara
Abbiamo voluto creare nella mostra delle opere del M° Giuseppe Cherubini, uno spazio che si può definire didattico in quanto riservato soprattutto agli studenti, allo scopo di presentare ad essi alcuni dei principali strumenti utili all’artista per incidere il materiale inerte che deve piegarsi alla forza creatrice dell’arte.
Sarà lo stesso Cherubini ad illustrare la funzione di questi mezzi e per l’occasione ad aprire un dialogo con gli alunni aiutandoli anche a capire i vari aspetti delle sue creazioni.
È la prima volta, dopo tante mostre allestite un po’ dovunque in Italia e all’estero, che il maestro, mette in essere questo tipo di iniziativa che ha un evidente carattere didattico-educativo e proprio per questo speriamo che possa dare dei risultati positivi.
La mostra di Monte Porzio Catone, di un anno fa dello stesso artista, fu visitata anche da alcune classi della scuola media dell’obbligo del Comune di Segni.
Fu una piacevole sorpresa, non solo perché tale visita non era stata prevista, ma anche per il fatto che gli alunni al termine della visita stessa vollero lasciare per iscritto nel registro delle presenze alcune loro impressioni, dimostrando vivo interesse e per la loro età una sorprendente maturità. Ma va detto, che erano stati ben preparati dalla insegnante di lettere, la stessa che poi fece da guida a Monte Porzio Catone.
I programmi scolastici non fanno obbligo, come si sa, agli insegnanti di organizzare visite a Musei e a mostre estemporanee, come invece avviene in altri paesi.
A Montpellier in Francia, ad esempio, nel Museo d’arte locale funzionano laboratori artistici aperti permanentemente agli alunni, dove gli studenti stessi si esercitano sotto la guida di esperti nelle varie espressioni artistiche.
È evidente che tra le scuole e il museo si è stabilito un significativo rapporto di cooperazione che va ben oltre l’importanza delle occasionali visite delle scolaresche.
Il 14 Marzo 2009 a Monte Porzio Catone il M° Cherubuni ha esposto 210 opere
Possiamo sperare che anche in Italia, col tempo, si possa porre sulle stesse basi l’educazione all’arte? Sinceramente il caso della cittadina francese sembra un traguardo per noi quasi irraggiungibile. Ma ciò non significa che non si possano ottenere risultati ugualmente apprezzabili, con altre strategie e modalità, rafforzando ad esempio motivazioni e scopi legati alle visite ai musei e alle mostre estemporanee, uno dei capisaldi dell’educazione artistica.
Nulla però, in questi casi, deve essere lasciato al caso o all’improvvisazione. Chi non ha presente l’imbarazzo e il disappunto degli insegnanti in alcune situazioni di fronte al disinteresse degli allievi in occasione di visite ai Musei? Gli alunni non provando interesse, sono presi dalla smania di andare via, inutilmente trattenuti dai loro insegnanti. Sono scene che purtroppo si ripetono spesso. Per porvi rimedio non c’è che una via: la preparazione scrupolosa e mirata da fare a monte prima delle visite.
"UNA SCULTURA PER UNA LUCE DI VITA"
Esposizione delle opere del M° Giuseppe Cherubini
nella Sala delle Lapidi del Comune di Velletri
allestita dal 12 al 24 Dicembre 2009
dal Direttore Artistico Umberto Proietti
Nella realtà attuale dominata dalla tecnologia, la logica delle macchine, definite dal sociologo Morin, determinista, meccanica, ripetitiva, si va sempre più trasferendo nei vari settori della vita aprendo la strada al calcolo cieco e al predominio della quantità a scapito della qualità.
Così che la vita va perdendo di significato.
Sono soprattutto i giovani, sostiene il filosofo Taylor a soffrire di una mancanza di scopi importanti nelle loro vite.
È fuori di dubbio che in tale situazione non si può fare a meno dell’educazione artistica che è principalmente educazione al gusto del bello che passa attraverso l’apprezzamento delle opere d’arte e di quanto di bello e di buono c’è nella vita.
Alla luce di queste considerazioni, forse si comprende meglio il senso dell’affermazione di Dostoevskij “L’arte salverà il mondo”-
Prof. Filippo Ferrara