domenica 30 gennaio 2011

sabato 29 gennaio 2011

MAURIZIO SOLDINI - "UOMO" - POEMETTO DI BIOETICA

Alcune poesie estratte da “UOMO”
POEMETTO DI BIOETICA
di Maurizio Soldini

XXVI

Il sole è uno splendore
che chiama a luminose
ascese di pensieri e intanto
si manifestano i desideri
che scendono da stelle
che bucano il buio notturno.

XXX

Il senso di un uomo
è soltanto il mistero.
L’amore abita il sogno
e non ti lascerà mai
se lo comprendi per intero.

XXXII

Un uomo è la terra è materia
corpo vitalizzato dal vento.
Lasciamo che fiorisca quest’humus
fertile di profumate essenze,
lasciamo che muoia la foglia
cadendo dai rami in autunno
inoltrato, lasciamo accadere
gli eventi stringiamo pure i denti
ma non usiamo la falce che stride
prima che siano maturi i tempi.
Germoglio di pampini.

Collana ARETUSA
Collezione Poesia
LietoColle
Libricini da collezione
18 Settembre 2010


Maurizio Soldini,
medico e filosofo, insegna Storia della medicina e Bioetica, Filosofia morale, Logica e Filosofia della scienza, presso la I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Insegna anche Filosofia della Scienza e della Medicina e Bioetica presso l´Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum" di Roma. È stato Professore invitato – Visiting Professor - di Bioetica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.

Appartenenza a Società Scientifiche:

dal 1985 è Socio Ordinario della Società Italiana di Medicina Interna;
dal 2001 è Socio Ordinario della S.I.B.C.E. – Società Italiana di Bioetica e dei Comitati Etici;
dal 2002 è Socio Ordinario della S.F.I.– Società Filosofica Italiana;
attualmente è Membro del Consiglio Direttivo della Sezione Romana della Società Filosofica Italiana.

Collabora con diverse Riviste. Dal 2005 è Membro del Comitato Scientifico della Rivista “Bioetica e Cultura”.

Dal 1999 cura le pagine elettroniche BIOETICA IN LINEA di Maurizio Soldini –

hptt://utenti.tripod.it/baccelli/

- dedicate alle problematiche bioetiche dove sono segnalati gli eventi più importanti: novità librarie, accademiche, congressi e corsi nelle università italiane e straniere. Inoltre sono segnalati Links con prestigiosi centri di bioetica e con Medline Bioethicsline.

Dal 2004 cura le pagine elettroniche BIOETICA&LIBRI - il primo sito dedicato alla bioetica e ai suoi libri

Linee di ricerca

Per quanto riguarda l'attività scientifica e di ricerca, i campi in cui ha versato e versa la sua attività, sono attualmente, oltre quelli più prettamente clinici della medicina interna e in particolare delle malattie cardiovascolari, dell'ipertensione arteriosa, delle vasculiti e soprattutto delle arteriti e in particolare della malattia di Horton, di cui si è occupato negli anni passati, quelli propri della Bioetica, o meglio dei campi di intersezione tra Medicina e Filosofia.

In particolare, negli ultimi anni sta orientando le sue riflessioni a proposito dello statuto epistemologico della bioetica e sta delineando sempre più uno stretto apparentamento della Bioetica con la Filosofia.

Ha approfondito lo studio delle teorie etiche, tra le quali privilegia i personalismi, in una prima fase del suo percorso di ricerca avendo privilegiato quello ontologico e attualmente quello ermeneutico-relazionale.

Attualmente sta dedicando i suoi studi, con un'attenzione tutta particolare, all'etica delle virtù, anche per le enormi ricadute pratiche e pedagogiche.

Inoltre, la sua attenzione spazia anche nel campo della Bioetica (in) clinica.

Numerosi gli argomenti bioetici a cui ha dedicato attenzione e riflessioni come la clonazione, il triage, i comitati di etica, il rapporto medico-paziente, il problema della morte, l'eutanasia, l'accanimento terapeutico, bioetica e andrologia, bioetica e adolescenza, bioetica e geriatria, l'epistemologia della medicina, etc. che sono confluiti in numerosi saggi pubblicati.

Autore di oltre 200 pubblicazioni di carattere sia medico che filosofico pubblicate anche su Riviste internazionali ad elevato Impact factor, come l'intervento sulla clonazione, Human cloning research, pubblicato nel 1998 su The New England Journal of Medicine.

Ha pubblicato tra l'altro i libri:

- La bioetica e l'anziano (ISB, 1999),

- Bioetica della vita nascente (CIC, 2001),

- Argomenti di Bioetica (I edizione Armando, 1999 e II edizione Armando, 20022)

e ha dato un contributo con il saggi "Bioetica" in Istituzioni di Filosofia morale, a cura di L. Casini e M. T. Pansera, (Meltemi, 2003)

e "Alcune riflessioni per uno statuto epistemologico della bioetica" in Filosofia e scienza nella società tecnologica a cura di G. Galeazzi e B. M. Ventura (Franco Angeli, 2005).

Ha quindi pubblicato il libro:

- Filosofia e Medicina. Per una filosofia pratica della medicina (Armando, 2006).

Per il 2009 è in uscita il volume: Wittgenstein e il Libro Blu

venerdì 28 gennaio 2011

MANLIO RONDONI “La baia dell’Orsa Maggiore all’improvviso” - 2010


“La baia dell’Orsa Maggiore all’improvviso” fa parte del percorso artistico “Il Grand Hotel del Mondo” del M° Manlio Rondoni.

Forza e dinamismo nelle pennellate colorate dell’Artista, che muove le figure coinvolgendo lo spettatore nella scena. Umberto Proietti

giovedì 27 gennaio 2011

ANELO CASTRUCCI - La famiglia Gabriele. Riflessione di ieri e di oggi di un italo-canadese

Memorie storiche
di Umberto Proietti

“La famiglia Gabriele. Riflessioni du ieri e di oggi di un italo-canadese”, questo è il titolo del libro che Anello Castrucci ha scritto a Ottawa (Canada) nel 2008.

In questa sua terza pubblicazione l’autore ci racconta sacrifici e gioie della sua vita, e descrive vicende e fatti che hanno segnato la sua esistenza portandolo in Canada. “Gabriele” è lui, un uomo che non ha perso nulla delle sue reminiscenze paesane, legato alla sua famiglia, che, in questo libro, ripercorre la sua vita sin da quando si imbarcò a Napoli “il primo Agosto 1953” per Halifax, ove sbarcò dopo nove giorni dalla nave “Conte Biancamano”, diretto per Sault Ste. Marie nell’Ontario.

Ex pastore temprato al sacrificio “non avevo grandi pretese” inizia così la sua avventura di emigrato “il Nordamerica indubbiamente offriva una vita migliore”.

Il percorso della sua vita in Canada è spesso contornato da memorie che ben definiscono usi e costumi di un paese formato da gente semplice, spontanea, rimasto a lui vicino, che non ha perso e non vuole perdere perché è il suo paese natale: Carpineto Romano.



Dall'album: OTTAWA di Ottawa Illinois




Un seguirsi di vita trascorsa in una realtà sconvolta dagli avvenimenti spesso resi concreti con minuziosi e suggestivi scorci inseriti puntuali negli eventi storici fondendo con loro.

Per meglio capire un assaggino ripreso dal preambolo:
“Un giorno del millenovecento cinquantuno / In paese sembrava non ci fosse nessuno / Facevano da padrone pioggia e vento / E io triste e muto sorridevo a stento: / Avevo in mano la chiamata di precetto / Perché a casa mia c’era Tanto bisogno / E partire così non era un bel sogno.” “E partii per il C.A.R. di Cuneo. …”

Anello Castrucci - coordinatore dell’Associazione “Artisti Lepini” degli emigrati lepini in Canada - ha al suo attivo altri due libri: nel 1984 “I miei lontani pascoli” e nel 1996 “Voci che tornano. Ricordo dei Monti Lepini”.

Il libro “La famiglia Gabriele. Riflessioni di ieri e di oggi di un italo-canadese” è stato pubblicato dall’Associazione Artisti Lepini, con il n. 97 nella collana “Documenti di Cultura Lepina” il cui Direttore è il Dott. Franco Caporossi.


Carpineto Romano

Il libro apre con la foto di Carpineto Romano e chiude con la foto di Anello e Loreta Castrucci che sorridenti esclamano “Arrivederci!”, a cui noi rispondiamo: Arrivederci alle vostre prossime interessanti memorie storiche.

lunedì 24 gennaio 2011

ILARIA PROIETTI - GIULIANELLO POLMONE VERDE CHE COLLEGA IL PARCO DEI MONTI LEPINI A QUELLO DEI CASTELLI ROMANI - MARCO MATTOZZI - PALAZZO SALVIATI

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PALAZZO SALVIATI A GIULIANELLO

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Foto di Marco Mattozzi

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GIULIANELLO POLMONE VERDE


CHE LEGA IL PARCO DEI MONTI LEPINI


A QUELLO DEI CASTELLI ROMANI

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Articolo di Ilaria Proietti

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Continuando il nostro viaggio tra storia, natura, luoghi affascinanti e tradizioni, alcune ormai perse ed altre mai scomparse, non possiamo non menzionare il piccolo borgo di Giulianello, polo d’unione tra il Parco dei Monti Lepini e quello dei Castelli Romani, passando tra i Monumenti Naturali di Ninfa, Torrecchia Vecchia e il Lago di Giulianello.

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Il piccolo paese, situato a 50 km da Roma e 30 da Latina,

si contraddistingue dunque per essere un doppio punto d’accesso,

ai Lepini da una parte

e ai Castelli dall’altra.

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Le sue origini sono molto antiche, secondo molti storici e studiosi vanno attribuite già all’epoca romana, poiché si attesta che proprio in quel periodo storico il territorio di Giulianello fosse di proprietà della famiglia Giulia, alla quale apparteneva Giulio Cesare.

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Già nel nome di questo piccolo paese lepino viene rivelata gran parte della sua storia.

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Giuliano, è infatti il nome che compare in tutta la documentazione cartografica e archivistica in lingua italiana dal Rinascimento fino al 1870 (quando si passò all’attuale denominazione per distinguere questo centro da un’omonima cittadina del frusinate), e altro non è che la forma italiana di Julianum, un nome che compare nella documentazione a partire dall’XI secolo, ma che una radicata tradizione locale tende a far risalire proprio all’epoca romana.

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Di qui in poi varie vicissitudini fecero sì che, dopo un lungo periodo di appartenenza alla Chiesa Romana, varie famiglie si passassero fra loro il testimone, tra cui, le più importanti, quella dei Conti di Valmontone (a partire dalla seconda metà del 1200), quella dei Salviati (dall’inizio del ’500) e infine la famiglia dei Borghese (a partire dalla seconda metà del ’700).

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Il passaggio tra le varie famiglie avvenne in realtà grazie a due matrimoni: quello tra Donna Costanza, cugina di Giovan Battista di Mariano de’ Conti, e Lorenzo Salviati, appartenente al ramo romano della nobile famiglia fiorentina; e quello tra l’ultima erede dei Salviati, Anna Maria, e Marcantonio IV, figlio di Camillo Borghese e Agnese Colonna.

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Lo sviluppo edilizio, urbanistico e sociale di Giulianello fu intrapreso da Donna Costanza e poi continuato dal figlio Antonio Maria Salviati e dai suoi successori.

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Ad oggi rimane ancora molto della lunga e travagliata storia di questo piccolo paese,

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Comune fino al 1870

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e divenuto poi, a partire da quella data,

stesso anno in cui se ne cambiò la denominazione,

frazione di Cori.

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Tutto, o quasi tutto, è racchiuso proprio nella parte vecchia del paese, nel piccolo borgo che, contenuto fra l’arco d’accesso e la Chiesa di S. Giovanni Battista, rievoca agli attenti osservatori le tradizioni di un tempo.

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Percorrendo pochi metri di salita,

visibile e raggiungibile dall’incrocio principale di Giulianello,

ove convergono tutte le strade d’accesso al paese,

si cominciano già a scorgere le antiche costruzioni:

alla nostra destra, superato l’arco,

troviamo il vecchio Granaio e la Cantinaccia,

i cui nomi da soli ci rievocano oltre 500 anni di storia;

alla sinistra si erige invece il Castello Salviati

la cui origine è da attribuirsi ai primi anni del ’600


e all’interno del quale ormai da diversi anni


si sviluppano mostre di artisti ed artigiani locali

(in particolare durante l’estate giulianese

e per la ricorrenza di S. Giuliano Martire

che cade l’ultima domenica di aprile)

e incontri di vario genere,

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tra i quali non può non essere ricordato

il conferimento della cittadinanza onoraria a Rita Levi Montalcini,

il 3 novembre 2007,

quando le è stato inoltre donato dall’Associazione Oasi Lago di Giulianello

il premio “Vita per la Vita”: una scultura del M° Giuseppe Cherubini

che rappresenta una veduta dello stesso palazzo

integrata con l’immagine del mondo e con quella del DNA che,

posto all’ingresso dell’arco,

vuole essere di buon augurio

affinché scienza e ricerca

possano entrare a far parte della Comunità di Giulianello.

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Siamo dunque ormai immersi in Piazza Umberto I,

la quale ospita anche il cosiddetto Stallone,

ex rimessa agricola ed ex ricovero dei cavalli della Tenuta Sbardella.

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La piazza racchiude quindi gran parte della storia del borgo ed è proprio qui che possiamo vedere affiorare dei pozzi per l’aerazione di centinaia di metri di grotte che dal castello si diramano in tutte le direzioni.

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Superando la piazza e percorrendo il corso intitolato a Vittorio Emanuele, solo poche centinaia di metri, si raggiunge la Chiesa di San Giovanni Battista, eretta nell’anno Giubilare 1650 da Jacopo Salviati, duca di Giuliano, demolendo la chiesa che Costanza Conti aveva fatto costruire verso la metà del XVI secolo.

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La distanza fra Chiesa e Palazzo potrebbe sembrare eccessiva: questa particolarità, secondo alcuni attenti studiosi, potrebbe però essere dovuta a successivi interventi edilizi stratificati nel tempo, oppure alla presenza di un’originaria cappella di famiglia ricavata all’interno del palazzo baronale.

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All’interno della Chiesa che,

nonostante sia stata realizzata in età pienamente barocca,

si presenta per la pianta e la facciata

molto corrispondente al modello cinquecentesco,

viene custodita la statuetta del Bambin Gesù,

scolpita nel XVI secolo da un devoto francescano

sul legno d’ulivo del Getsemani.

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La statuetta viene venerata dai giulianesi dal 1798

e viene fatta “sfilare”


per le principali vie del paese il giorno dell’Epifania,

lo stesso giorno in cui si celebra il tradizionale “bacio del Bambinello”

che da sempre riesce a coinvolgere la maggior parte dei cittadini.

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Tra i monumenti più importanti del paese non vanno poi dimenticati

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il vecchio ponte della ferrovia, che sovrasta il fosso Teppia

e che venne edificato nel 1550 su ordine di Donna Costanza,

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e la Madonna della Consolazione,

edificata nel 1616 a chiesa rurale

e chiamata affettuosamente dai giulianesi

“la Madonnella”.

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Infine, ma non ultimo per importanza,

per concludere il nostro viaggio

tra le bellezze e la storia di questo territorio,

non si può non annoverare

il Lago di Giulianello,

da poco divenuto Monumento Naturale,

situato a due chilometri dal borgo.

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Si tratta di una piccola oasi naturale,


un gioiellino di un solo chilometro e mezzo di perimetro,


immerso nella natura a 241 metri sul livello del mare,


ideale per gite fuori porta, a piedi, in bicicletta o a cavallo.


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Amatissimo dai giulianesi, il lago è riuscito a scampare ad un progetto di cementificazione e sempre più spesso si fa palcoscenico di manifestazioni culturali e sportive, messe in piedi da varie associazioni proprio per valorizzare e far conoscere questo bel “polmone verde” che lega il Parco dei Monti Lepini a quello dei Castelli Romani.

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Primo fra tutti per la sua lunga storia è “Il lago cantato”,

che ormai da quindici anni si volge nella seconda domenica di settembre.

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Da circa due anni in questo splendido scenario grazie all’attività dell’Associazione Oasi Lago di Giulianello si svolge però anche la Roma Master Cross, una manifestazione di ciclocross regionale a tappe, mentre per i prossimi 12 e 13 luglio è previsto un evento di straordinaria importanza: la stessa associazione è riuscita infatti a portare proprio in questo luogo una delle tre tappe nazionali di qualificazione alle Olimpiadi di Tiro con l’Arco di Liwynnpia (GBR). Il tutto sempre in un ottica di valorizzazione del territorio e promozione del cosiddetto turismo verde, grazie a manifestazioni sportive e culturali.

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Se poi, dopo una giornata tra i vicoli del borgo e le colline del lago, che presto saranno collegati da un percorso di quasi due chilometri completamente immerso nel verde, proprio non si resiste ai sapori della tavola, allora non possiamo che consigliare i due storici piatti giulianesi: i gnocchitti (pasta acqua e farina alla quale è dedicata anche una sagra, seconda metà di luglio) e la zuppa di fagioli. Prodotti tipici del luogo sono inoltre l’oliva itrana, e il formidabile olio che ne deriva, la caciotta e l’abbacchio dei pastori locali.

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Tutto questo è Giulianello,

un piccolo paese intriso di storia e tradizione, arte e natura,

oggi formato per lo più da imprenditori e professionisti,

ma ancora e sempre di più attento al territorio

e alla riscoperta delle proprie tradizioni e cultura.

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A 50 Km da Roma, raggiungibile:

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- dai Castelli Romani, facendo la Via Appia o la Via dei Laghi,

a 9 Km. da Velletri, sulla strada che porta a Cori;

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- dall’Autostrada Roma – Napoli uscita Valmontone, poi Artena,

sulla strada che porta a Cori a 9 Km. si incontra Giulianello;

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- dal G.R.A. di Roma facendo la Via Anagnina,

passando per Grottaferrata,

e poi tutta la Via Tusculana

fino all’incrocio con la Statale che porta a Velletri,

prima di Lariano prendere il bivio per Cori

e dopo 6 Km. si incontra Giulianello.

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A 30 Km. da Latina, raggiungibile:

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- passando per Cori, dopo 6 Km. si incontra Giulianello;

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- passando per Cisterna e poi Velletri,

a 9 Km. sulla strada che porta a Cori.

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DOVE SI TROVA IL LAGO

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- passando per Giulianello a 2 Km sulla strada che porta a Velletri a sx;

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- passando per Velletri o Lariano 2 Km prima di Giulianello a dx.

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ALDO ONORATI - LA SPERANZA E LA TENEBRA


“La speranza e la tenebra” di Aldo Onorati

ALDO ONORATI
PRESENTA A VELLETRI IL LIBRO “LA SPERANZA E LA TENEBRA”
di Umberto Proietti

Aldo Onorati sceglie la Libreria Mondatori di Velletri per la prima presentazione del suo libro “La speranza e la tenebra”. In esso percorre una serie di eventi vissuti nel contesto storico, sociale e ambientale di Roma e dei Castelli Romani nei primi 70 anni del 900.

Il protagonista del romanzo – Felice – scorre nelle pagine sotto l’attenta osservazione dell’autore nato e vissuto nei Castelli Romani.

È il prof. Filippo Ferrara a illustrare i contenuti di questa opera narrativa che, vissuta all’interno delle vicende nazionali politiche, riprodotte in questa area a ridosso di Roma, diventa anche un prezioso documento storico.

“Preziosa fonte d’informazione è stato mio padre, testimone dei tempi narrati.” Così ci rivela lo scrittore.

La lotta per l’ideale, è questa l’idea di base sostenuta dal protagonista e supportata anche dalla meditazione riportata sul retro della copertina: “Il male ha alleati potenti. Ma gli idealisti sono la coscienza del mondo.” Attento osservatore di opportunismi, tradimenti e sconfitte, il personaggio principale uomo retto e coerente, sembra avere tutti contro, anche la stessa natura, tanto amata dall’autore che in più occasioni la esalta negli incisi del racconto.

A leggere alcuni brani del libro è stata la prof.ssa di filosofia Patrizia Audino apprezzata molto dal pubblico per la sua elegante lettura:

“Le ridenti colline, verdi estate e inverno, chiare di sole e di luna, assunsero un aspetto brumoso durante i bombardamenti. I grottini umidi, primordiali, che escono sul lago come grandi bocche della terra, divennero il ricovero di tanti sfollati, la tomba di tanti morti.” Uno scenario incantevole in una realtà sconvolta dagli avvenimenti spesso resi concreti con minuziosi e suggestivi scorci che si inseriscono puntuali nei dialoghi fondendo con loro. “Anche i contadini dei Castelli Romani, […], sentirono il fascino della frase “Secolo nuovo, cose nuove”. E la ripeterono per le vigne, senza eco a causa della neve che spegne rumori; e la pronunciarono, come una formula magica, sui sagrati delle chiese, nelle osterie, sui sentieri fra i casolari sperduti. In quei tempi, infatti, dai Colli Albani al mare si stendeva una fascia di verde compatto e rari sorgevano i casali sulla pianura.”

Il romanzo si sviluppa nello scenario delle campagne romane e laziali con penetranti avvenimenti storici e politici che scorrono unitamente all’avvento tecnologico e industriale mutando la civiltà contadina.

Ancora Audino recita una parte dell’ultime pagine del libro:

“Felice tornò pian piano al lavoro dei campi. Al tramonto era così dolce il fuoco, il fumo che all’orlo della fiamma tagliente si liberava per il camino… Il gallo insonne dava l’addio al giorno col canto con il quale forse aveva annunciato ai primordi, per volere divino, il compimento della Creazione.”

Quest’opera, attuale per la trama e i protagonisti, ci fa riscoprire il desiderio, radicato in ognuno di noi, di credere in qualcosa per cui valga la pena di vivere e morire.

Aldo Onorati, Direttore editoriale, è autore di opere tradotte in varie lingue.

Ricordiamo le più lette: “Gli ultimi sono gli ultimi – Nel frammento la vita – La sagra degli omicidi – Lettera al padre – La vigilia dei sensi – Il sogno, l’incubo, il sacrilegio – Il Dio ritrovato”.

Docente di lettere alle superiori, dantista e critico d’arte presta la sua attenzione anche allo studio dei dialetti comparati nei Castelli Romani e all’antropologia culturale di questo territorio.

sabato 22 gennaio 2011

CARLO FANTAUZZI - PACE

Pace - Opera del M° Carlo Fantauzzi

FANTAUZZI: LA SEMANTICA DEL MIO CAOS
di Umberto Proietti

“La semantica del mio caos” è così che il M° Carlo Fantauzzi si riconosce nell’ultima generazione delle sue opere, dove emerge sempre l’emozione dell’anima espressa con immagini incisive, velate e luminose, e dove il linguaggio visivo si ricompone con armonia.
I valori umani vengono colti fra il reale e l’immaginario in modo convulso, ma ritmato con pennellate vibranti, crescenti, che si divulgano sulla tela con musicalità: espressione di un artista che, sordomuto dall’età di tre anni, parla con la luce dei suoi colori.
Il percorso della vita e le memorie storiche del mondo vengono rappresentati con concentrazione di linee espressive dinamiche e nello stesso tempo plastiche, tanto da far emergere l’immaginario umano e storico.
Significative, a tal proposito, le opere dell’artista riportate nell’esposizione del suo “Quarantennale” celebrato ad Arpino (Fr), città natale: Maternità, Riproduzione, Pace, Linguaggio d’amore, La dolce morte di Papa Wojtyla, Conquiste, Cavalieri “La Sfida”, Resurrezione, Memorie di vita, Tsunami.
È “Pace”, il quadro coperto con un drappo rosso, che Fantauzzi ha valuto mostrare al pubblico, nominandolo il suo preferito, “affinché diventi portatore del messaggio di pace nel mondo”.
Emozionante ed espressivo, il discorso fatto dal Maestro con fervore, ove i sentimenti più puri sembravano fuoriuscissero dalla sua anima, nello stesso modo in cui li rappresenta nella miscela di colori caldi e luminosi, con pennellate vibranti e risonanti.
È il Sindaco Fabio Forte ad aprire la manifestazione in onore del Maestro riportando i saluti di tutti i cittadini: “L’orgoglio di una Comunità si estrinseca nella capacità di essere promotrice di esperienze diverse e complete, cui ognuno può ritrovare la storia dell’Uomo, ma anche di una realtà sociale, storica e culturale, che si è saputa fortificare nel trascorrere i secoli.
Carlo Fantauzzi, pittore di fama mondiale, è un Uomo di questa terra, è artista di grande rilevanza e di grande spessore artistico, con il quale il colore assume un valore universale.”
L’Assessore alla cultura Bruno Vano, ringrazia l’Artista per il suo operato a nome dell’Amministrazione comunale tutta presente in sala.
Ad Arpino vi nacquero Marco Tullio Cicerone, Gaio Mario, Marco Vipsanio Agrippa ed il noto pittore rinascimentale Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino; in tempi moderni Arpino ha dato i natali tra l'altro al professor Pasquale Rotondi, noto come il salvatore dei capolavori dell'arte italiana durante l'ultima guerra mondiale; l'artista Umberto Mastroianni e il compositore Ennio Morricone.
Il testo del critico d’arte Luigi Tallarico viene letto al pubblico, di esso riportiamo: “le forme espresse da Carlo Fantauzzi traggono forza da questa continua rivisitazione del sentimento originario della vita ”.
L’Associazione Artisti Lepini, che nel 1993 a Segni ha premiato il M° Fantauzzi con il Trofeo dei Monti Lepini, ha consegnato una Pergamena con l’Attestato di Benemerenza attribuito “Al M° Carlo Fantauzzi per le sue elevate doti artistiche e culturali, rappresentate nell’arte pittorica in Italia e all’Estero dando prestigio al nostro territorio.”
Ospite d’onore il M° Giuseppe Cherubini, noto scultore, che per l’occasione ha coniato in miniatura l’Arco Acuto, ultimo arco a "sesto acuto" in Europa. che si apre nelle mura poligonali di cinta di Arpino, dette "ciclopiche" e datate al IV secolo a.c.. L’opera del M° Cherubini, riprodotta in oro con inserito un brillantino al centro, è stata consegnata al M° Fantauzzi.

lunedì 17 gennaio 2011

GIUSEPPE CHERUBINI - IL DONATORE

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IL DONATORE
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Scultura in bronzo alta m. 1,80
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L'opera del M° Giuseppe Cherubini
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il 17 Marzo 2011 viene installata su un basamento di marmo
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come monumento dedicato ai donatori di sangue dell’AVIS
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in una Piazza del Comune di Sezze in Provincia di Latina (Italia).
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MAURIZIO SOLDINI
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Una mano protegge una accoglie
lo salva lo cura lo accompagna
gli versa quell'obolo rosso nel cavo
e discende nel tronco dell'albero
dai rami le mani s'addensa di resina
il flusso vitale che sgorga dal dono
s'invagina dà nuova vita s'eleva
nel canto di gioia una nuova giornata
rubata alla morte
la vita la linfa
s'inarca s’inquieta ribatte il suo volo
nel cielo si fa vertice umano quando
doni al fratello al disperso nel male
il tuo sangue la vita un sorriso di gioia
che pulsa al mattino di nuova passione
e ritrova nell'aria un qualcosa di nuovo
il volto dell'uomo specchiato nel volto
più vivo - dell'altro - rosato
ancora una mano
che stringe la mano s'intreccia la stretta
che unisce sul monte calvario
a portare una croce comune
quel legno
che rendi leggero soltanto prendendo il sentiero
che guida nel palmo di mano
che accoglie e che dona.
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Poesia di Maurizio Soldini
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(ispirato dalla scultura del M° Giuseppe Cherubini
sulla donazione del sangue eseguita per l’AVIS)
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Roma, 10 dicembre 2010
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Giuseppe Cherubini, scultore,
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è nato nel 1939 a Rocca Massima,
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si è diplomato alla Scuola d'Arte di Roma
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e da qualche anno vive a Giulianello in provincia di Latina (Italia).
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Ha fatto dell’arte e della cultura
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lo scopo della sua vita,
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realizzando numerose opere
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scolpite sul legno, pietra, granito, marmo
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e modellando il bronzo.
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Umberto Proietti

SOFIA BUCCI - DE LA MUSIQUE ...

“De la musique avant toute chose" ... (Paul Verlaine) Foto di Sofia Bucci

Sofia Bucci, con questa sua foto, rappresenta e sviluppa l’idea dell’arte poetica di Verlaine che vede la musica al primo posto come mezzo per realizzare l’invito al sogno.

Così recita il poeta in una quartina di “Jadis et naguère”:

…“De la musique encore et toujours!
Que ton vers soit la chose envolèe
Qu’on sent qui fuit d’une àme en allée
Vers d’autres cieux à d’autres amours.” …
… “Musica e sempre musica ancora!
Sia il tuo verso la cosa che dilegua
che si sente che fugge da un’anima che va
verso altri cieli ad altri amori.” …


Umberto Proietti - fonte: http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/verlaine.htm

domenica 16 gennaio 2011

MARCO PROIETTI - DONNA D'ACQUA




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DONNA D'ACQUA



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Opera in rame dell'artista Marco Proietti



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Foto di Sofia Bucci.



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"La donna muove decisa alla ricerca della risorsa, nella quale il resto del mondo sguazza".


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Descrizione dell'autore.


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Partendo dall'acqua e dal rapporto dell'uomo con essa, ho voluto evidenziare la forte contrapposizione fisica tra l'abbondanza della risorsa globale e la scarsità della stessa in determinate regioni del mondo.


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La superficie della terra è ricoperta circa per il settanta percento da acqua; è noto che anche il corpo umano si compone all'incirca per la stessa percentuale di acqua; meno noto o comunque degno di essere ricordato è il cammino che molte donne, in talune aree del mondo, percorrono quotidianamente per l'approvvigionamento idrico giornaliero.


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Cammino che può raggiungere le otto ore.


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La donna dunque, muove decisa alla ricerca della risorsa, nella quale il resto del mondo "sguazza".


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La donna africana rappresentata è qui portatrice di acqua e di vita, la vasca è il mondo e la cascata è un monito a non dimenticare il percorso che in centinaia di anni ci ha portato dalla bacinella al rubinetto.


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Concorso: http://www.ecoartproject.org/acea/partecipants.php?art_id=477&cat=4



ANTOINETTE DELEY - NUÉE TERRESTRE


Nuée Terrestre - scultura di Antoinette Deley - Stéatite du Brésil

Un viaggio dell’arte nelle opere dell’artista "nomade" Antoinette Deley, condivisione e partecipazione con le diverse realtà del mondo per la creazione di opere che esplorano sempre nuovi territori. Umberto Proietti

lunedì 10 gennaio 2011

DANIELA FOSCHI - CITTÀ IN MOVIMENTO - STOP - TRAPPOLA METROPOLITANA - DISCESA - NOTTURNO






STOP





TRAPPOLA METROPOLITANA



Daniela Foschi, nasce a Roma dove vive e lavora.

Consegue il diploma di Maturità Artistica

sez. Architettura al 2° Liceo Artistico di Roma, e si diploma

all’Accademia di Belle Arti di Roma sez. Pittura di Via Ripetta.
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Abilitata in Discipline Pittoriche per ’insegnamento nei licei artisici e istituti d’arte,

Disegno e Storia dell’Arte per l’insegnamento nei licei scientifici e scuola media.
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Attualmente insegna Arte e Immagine nella scuola secondaria di primo grado “J. Pintor” di Roma.
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Nella mia pittura, il gesto pittorico e la materia diventano i veicoli con i quali scoprire, indagare e studiare la superficie, che da me viene vissuta e affrontata come tela da tessere.


DISCESA








Lo spazio gestualmente e casualmente improntato, diviene a poco a poco organizzato, composto in cromie modulari a volte ritmiche e scandite da forti tensioni e forti vibrazioni.
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Prima di arrivare alla pittura astratta il mio interesse è stato rivolto allo studio della figura umana e del paesaggio, veicoli con i quali ho potuto esprimere la forza del segno, del gesto, del colore e della materia.



Negli ultimi lavori, in cui a volte torna l’aspetto figurativo, esso viene vissuto come elemento da trattare contestualmente allo studio della superficie.


Daniela Foschi



NOTTURNO









Opere dell'artista Daniela Foschi


CITTA' IN MOVIMENTO



In queste opere Daniela Foschi,


che vive a Roma,


coglie lo spazio


della città in movimento


che porta via il tempo …


Tempo e realtà si fondono


nella città frenetica


ove tutto diventa indefinito.


Umberto Proietti




http://danielafoschi.com/


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domenica 9 gennaio 2011

LUCIA HESSELINK - "WOW ... PROSSEDI"




"Wow ... Prossedi"

Opera dell'artista Lucia Hesselink

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Il trionfo dei colori nell’arte di Lucia Hesselink.

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L’artista olandese, che da anni risiede in Italia a Giulianello (LT),

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vince il primo premio

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del concorso pittorico “Prossedi e la Valle dell’Amaseno"

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con l’opera “Wow... Prossedi!”

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Umberto Proietti

MANLIO RONDONI - "LA STANZA DEL PITTORE CIECO"


Particolare dell'opera "La stanza del pittore cieco" del M° Manlio Rondoni
L'arte supera ogni confine nell’opera dell’artista.
Umberto Proietti