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giovedì 9 maggio 2013

PREMIO AURELIO PECCEI 2013 - ASSOCIAZIONE L'ETA' VERDE - TARGA OPERA DEL M° GIUSEPPE CHERUBINI


 9 maggio FESTA dell’EUROPA
con il Patrocinio della Commissione Europea
GOING TO GREEN: the Challenges for the Future
OPEN DAY ON ECO‐SUSTAINABILITY: small‐buildings for housing emergencies
Consegna della Medaglia del Presidente della Repubblica a Davide Peluzzi per il progetto “Le acque degli dei” in favore delle popolazioni del Nepal
Giovedì 9 maggio 2013, Biblioteca Nazionale Centrale, Roma
Viale Castro Pretorio 105, (vicino stazione Termini e con possibilità di parcheggio)
Dietro ogni azione c'è un valore che la motiva: il XXXVIII Incontro Macroproblemi pone all’attenzione i valori dell’eco‐sostenibilità con gli interventi di Eleonora Masini, docente emerito nell’Univ. Gregoriana e presidente del Gruppo Internazionale Macroproblemi sulla Necessità della cooperazione nel settore idrico e di mons. Giangiulio Radivo presidente della Fondazione Cardinale Cusano onlus e giornalista di Radio Vaticana “Aver cura del Creato” in Papa Francesco. Il valore della natura, in questo caso della Foresta, è sottolineato dall’assegnazione del Premio Aurelio Peccei ‐ targa in bronzo opera originale dello scultore G. Cherubini ‐ allo scrittore Luis Devin che con il suo libro "La foresta ti ha" ha trasmesso con le sue parole il senso sacro della foresta. E’ un’importante eredità di conoscenza per le giovani generazioni.
Non basta sensibilizzare, comunicare i temi e problemi connessi all’ambiente con eventi e ricerche, bisogna in contemporanea esemplificare e sperimentare, dimostrare come, ispirandosi ai valori dell’eco‐sostenibilità sia possibile costruire nuovi stili di vita per le società industrializzate, evitare che le società in fase di sviluppo commettano gli stessi errori e aiutare concretamente le popolazioni in condizioni difficili. E’ questo l’obiettivo dell’OPEN DAY ON ECO‐SUSTAINABILITY: small‐buildings for housing emergencies che prende in esame uno dei problemi più gravi: il problema abitativo in situazioni di emergenza che comprende anche l’autosufficienza energetica e la comunicazione mobile. Davide Peluzzi, esploratore e presidente di Explora, illustra le difficoltà delle popolazioni del Nepal; Jean François Mascari, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Monsignor Gérard Njen presidente dell’Associazione per la Devozione alla Nostra Africa (ADNA) partendo da un percorso che va dalla Rurbanizzazione allo Smart Village , analizzano le Prospettive per una rete di African Smart Villages.
Il Gruppo “A.Peccei” dell’Ass. L’Età Verde, in collaborazione con l’Associazione Explora e con la Fondazione Cardinale Cusano onlus, hanno individuato come risposte alla costruzione di un mondo eco‐sostenibile, le seguenti azioni:
‐sensibilizzazione delle nuove generazioni con il Bando annuale sui Macroproblemi che invita, a livello internazionale, bambini e studenti ‐ supportati dai loro insegnanti ‐ ad effettuare ricerche e disegni sui temi proposti;
‐mobilitazione di soci e collaboratori per dare risposte concrete ai bisogni ambientali emergenti: in questo caso, Roberto Bianchi Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “La Sapienza”, presenta soluzioni mediante i lavori degli studenti del corso di Tecnologia dei materiali leggeri ed eco‐compatibili; Franco Tuba Project Manager&CEO Over‐seas illustra Progetti di sostenibilità per un nuovo stile di vita, Pierluigi Caruso, Consulente di Energy Management, evidenzia Tecnologie per l’energia e la mobilità. Costruire modelli riproducibili per le emergenze abitative dà la possibilità di utilizzo anche in percorsi di Green Economy: I Musei della civiltà contadina in Europa come aree di saperi e di sviluppo economico e turistico da costruire insieme a giovani studenti ed enti locali; progetto che si intende presentare per un sostegno economico alla CE, come illustrerà Augusta Busico giornalista e presidente Associazione L’Età Verde. Il modello di museo per la costruzione del progetto è stato individuato nel Casolare 311 di Roma, che sarà presentato dal direttore, Armando Finocchi.
Conclude l’evento la PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA MULTIMEDIALE con i lavori degli studenti italiani europei ed extraeuropei partecipanti al Concorso
PREMIAZIONE DEGLI STUDENTI E DELLE SCUOLE PARTECIPANTI.
Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato valido come credito formativo per studenti 
e aggiornamento per docenti.
TARGA PREMIO PECCEI 2013 
 OPERA DEL M° GIUSEPPE CHERUBINI
Giuseppe Cherubini, scultore,
è nato nel 1939 a Rocca Massima, si è diplomato alla Scuola d'Arte di Roma e da qualche anno vive a Giulianello.
Ha fatto dell’arte e della cultura lo scopo della sua vita, realizzando numerose opere scolpite sul legno, pietra, granito, marmo e modellando il bronzo.
In due diverse occasioni incontra il Papa Giovanni Paolo II: il 23 marzo 1988 in udienza dona al Santo Padre la medaglia coniata per l’occasione.  Nel 2000 per la canonizzazione del Beato Tommaso Placidi da Cori viene consegna al Papa la medaglia del Beato coniata da Cherubini.  A Segni ha incontrato il futuro Papa Benedetto XVI, l’allora Cardinale Giuseppe Ratzinger, titolare della Diocesi Suburbicaria di Velletri-Segni.
Prestigiosi trofei nazionali ed internazionali portano la sua firma e vengono celebrati ogni anno con una sua opera: il Trofeo dei Lepini, il Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini, le opere in bronzo per i Premi Vanvitelli di Caserta, Cronache Cittadine di Colleferro, J’Astrechiglio di Cori, Città dei Ragazzi di Roma, Dino del Bo di Roma, Enrico Fermi di Salerno, Intercultura, Luci della Ciociaria, Aurelio Peccei, Rita Levi Montalcini di Giulianello, Sindacato di Polizia, Letterario del Lazio, Olivo d’Argento di Giulianello.
Ha realizzato splendidi monumenti a Sezze, Priverno e Ciampino, l’opera “Il Donatore” per il monumento l’Avis, l’opera “La Passione” esposta nella rotatoria di Sezze Scalo,  opere per chiese, musei e luoghi pubblici, nonché bozzetti, targhe, premi, trofei e medaglie per Enti pubblici, Accademie, Archivi di Stato, alcune coniate dalla Zecca dello Stato.  Alcune sue opere sono state assegnate a noti personaggi in tutto il mondo, quali: il Papa Giovanni Paolo II, il Papa Benedetto XVI, Maria Teresa di Calcutta, Léopold Senghor, il Presidente Sandro Pertini, Susanna Agnelli, l’Ing. Aletti, il M° Claudio Abbado, il M° Riccardo Muti, Rita Levi Montalcini, Umberto Nobile, Joannes Cabotus, Mons. Andrea Maria Erba, Ettore Paratore e altri.
Le sue opere di arte sacra arricchiscono la Concattetrale di Segni, le Chiese San Pietro e Paolo di Cori, Sacro Cuore di Gesù di Ciampino, il Convento Sant'Agostino di Carpineto Romano e la Chiesa di Buta (Cascia).
Ha esposto a Bardonecchia, Carpineto Romano, Ciampino, Colleferro, Cori, Ferrara, Giulianello, Manziana, Milano, Monte Porzio Catone, Napoli, Patrica, Pontinia, Roma, Sabaudia, Salerno, Segni, Sezze, Torino, Venezia, Velletri, Viterbo, Malta, Champery (Francia), San Paolo (Brasile) e Ottawa (Canada).
Tra gli innumerevoli premi ricevuti vanno particolarmente ricordati: l’Athena d'Oro 1978, il 1° Premio Biennale Internazionale Europa Unita di Napoli 1978, il Cimento d'Oro, il Trofeo Claudio Monteverdi 1980, il Premio Simpatia, il Premio Internazionale Campidoglio “Foyer Des Artistes”, Luci di Ciociaria, il Trofeo dei Lepini.
Hanno scritto di lui critici, scrittori, poeti, artisti, giornalisti nazionali ed internazionali: Ferdinando Anselmetti, Osvaldo Amorosino, Vincenzo Apicella, G. Ara, Patrizia Audino, Luciano Baldacci, Toni Bonavita, Bernardo Maria Braccesi, Michele Calabrese, Franco Campagna, Italo Campagna, Gigi Carone, Ettore Mario Cappucci, Franco Caporossi, Gianluca Cardillo, Anna Maria Careddu, Piero Cascioli, Elsa Cattani, Tonino Cicinelli, Lidia Comucci, Benito Corradini, Gennaro Coviello, Lino De Maria, Fernando De Mei, Paolo Diffidenti, Alessandro Di Norma, Enfil, Dovig, Remo Faggiolo, Ivo Fellin, Roberto Ferrando, Filippo Ferrara, Francesco Grisi, N. Jalongo, Maria Lanciotti, Sergio Lene, Emanuele Lorenzi, Carlo Luffarelli, Angelo Luttazzi, Dante Maffia, Giorgio Maggiore, William Maglietto, Renato Mammucari, Margarete Marino, Giancarlo Giulio Martini, Elio Mercuri, Giulio Montagna, Francesco Moroni, Giuseppe Nasillo, Bruno Navarra, Daniele Ognibene, Aldo Onorati, Luca Onorati, Ruggero Orlando, Maria Teresa Palitta, Ilaria Proietti, Umberto Proietti, Alberto Pucciarelli, Giuseppe Ripa, Renato Santia, Gioele Schiavella, Saverio Scutellà, Alfredo Serangeli, Maurizio Soldini, Giovanna Speranza, Fernanda Spigone, Luigi Tallarico, Renato Terrosi, Riccardo Trinchieri, Giuseppe Ripa, Silvano Tummolo, Laura Turiziani, Corrado Vari, Luciana Vinci, Luigi Zaccheo, Aldo Zangrilli, Zeriam, Dante Zinanni ed altri.
Umberto Proietti

giovedì 18 agosto 2011

ALBERTO CECON - VOCI DAL VORTICE – ANTOLOGIA DEL CONCORSO

VOCI DAL VORTICE – ANTOLOGIA DEL CONCORSO


È disponibile presso Sadastor Edizioni Amatoriali

Voci dal Vortice. Antologia del concorso – Edizione 2010,

la raccolta delle migliori prove narrative

selezionate per il concorso di letteratura fantastica

Voci dal Vortice, a cura di Alberto Cecon.


Undici titoli a comprendere i tre racconti vincitori di Marco Migliori, Sara Cabitta e Annamaria Pezzimenti, oltre ai premi speciali di Gabriella Pison, Andrea Viscusi, Silvia Canonico e Maurizio Bertino, ma anche le opere di Davide Benincasa, Tina Caramanico, Matteo Ciccone e Andrea Michielotto segnalate dai disegnatori Christian M. Fedele – autore della copertina – e Mario Flammia, i quali hanno realizzato un’illustrazione originale per quasi tutti i contributi.


L’antologia è introdotta da Giancarlo Pellegrin, con prefazione del curatore Cecon e una postfazione a firma di Chiara M. Santagada. Informazioni e acquisto presso le pagine web ufficiali sul sito di Alastor, qui a seguito vi proponiamo un indice dei contenuti.


Prefazione. Un tocco di fantastico – Alberto Cecon

Introduzione – Giancarlo Pellegrin

Non c’è niente di cui hai bisogno, nel Nirvana (ma una macchina ti può sempre fare comodo) – Marco Migliori

L’urlo di Mael – Sara Cabitta

Tentacoli – Annamaria Pezzimenti

Tir Ta Nog – Gabriella Pison

Il profumo della pioggia – Andrea Viscusi

Essere vortice – Silvia Canonico

Bang! – Maurizio Bertino

Anime nel Gorgo – Davide Benincasa

Il ritorno di Jan – Tina Caramanico

Nel sogno – Matteo Ciccone

Le tre lune – Andrea Michielotto

Postfazione. Un’insaziabile fame di storie – Chiara M. Santagada


Voci dal Vortice

Antologia del concorso – Edizione 2010

a cura di Alberto Cecon Sadastor Edizioni Amatoriali, 2011

fascicolo, illustrazioni in bianco e nero, 70 pagine, € 6.90

Andrea Bonazzi


fonte: http://weirdletter.blogspot.com/2011/08/voci-dal-vortice.html

giovedì 23 giugno 2011

GASPARE BRUSCHINI - DIVERTENDOSI A RIMARE



DIVERTENDOSI A RIMARE


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Libro di poesie di Gaspare Bruschini


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a cura di Ilaria Romano


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con le testimonianze di




Nazzarena Maciucca


e


Maria Cherchi






Per una testimonianza




di Maria Cherchi

Ci trovavamo nel nostro orto. Gasperino aveva accettato di potare i nostri alberi da frutto. Era arrivato di buon mattino su un motorino capriccioso che tardava ad avviarsi e che non sembrava volerlo far ripartire. Notai che gli parlava amichevolmente e questo non mi apparve una stranezza.
Cominciò il suo lavoro. Io mi davo da fare intorno ai miei fiori, lui prendeva a potare aranci e limoni, lentamente e con molta attenzione.
Il segaccio che gli avevamo fornito funzionava, ma non tirava dritto. Un gesto mi sorprese: staccò un limone, lo segò in due parti e con il succo fragrante ungeva il segaccio di tanto in tanto. Mi avvicinai e mi dichiarai sorpresa e ammirata per una soluzione pratica che non conoscevo.
Timidamente si aprì al racconto di sé, in italiano. Raccontò di essere figlio di vignaioli e di non aver mai appreso direttamente dalla famiglia, vale a dire fin dall’infanzia, l’arte della potatura degli alberi da frutto. Solo da adulto, guardando a quel che facevano gli altri potatori aveva appreso quanto bastava per poterne fare un mestiere. Diceva: “dall’esterno l’albero rigoglioso sembra facile da affrontare; quando però si entra con la scala dentro l’albero tutto si confonde, nulla è più chiaro, si deve andare avanti cercando di capire perchè l’albero è cresciuto così e non in altro modo, e si deve sfrondarlo senza rompere la meraviglia del suo sviluppo”.
Trovai bellissima questa spiegazione, immaginando che un forte timore panico nato dall’osservazione della natura lo portasse a sentirsi nel cuore della pianta come dentro a un santuario.
Mangiò più volte alla nostra tavola e invitato mi raccomandava di servirgli verdure, minestre e contorni freschi, naturali.
Non tornò più da noi perchè di lì a poco cessò di prestare lavoro presso terzi. Lo ritrovai, sorridente ed elegantissimo, in un completo accurato, giacca, gilet e cravatta, nel nostro centro sociale anziani. Mi salutò, si dichiarò in buona salute e sereno. Lo incrociavo con il suo passo tranquillo, mani in tasca, quando andavo in ufficio e lui faceva il suo quotidiano passaggio al Centro.
Qualche tempo più tardi appresi da Nazzarena, mia storica collega di ufficio e amica, che aveva trovato ospitalità da Don Ottaviano nella canonica, dove aveva portato tutte le sue cose e fra queste i suoi manoscritti, patrimonio personale di riflessioni al quale doveva essere legatissimo. Nena gli propose di trasferire quei testi in dattiloscritto informatico, leggibile a caratteri di stampa. Probabilmente lui accettò, perchè quei quaderni passarono in mano di Nena ed io ebbi così modo di vederli. Erano pagine ordinatissime senza abrasioni o cancellature, file di quartine disposte su tre colonne in una stessa pagina in orizzontale. Mi tornò in mente l’albero al quale bisognava dare forma dall’interno: l’impaginazione esprimeva un bisogno di rigore e non certo una colta scelta estetica.
Nena portò a termine, con abnegazione e forza di volontà, il suo lavoro, e si deve a lei se questo libro ci restituisce un uomo semplice, segnato da un grande rimpianto. Mi sono prestata volentieri a correggere le bozze di questo testo e nel corso della lettura continua, così come sono continui questi testi, non interrotti da segni di interpunzione (salvo che nell’ultimo testo dove compare isolato un punto interrogativo), non mi è stato difficile cogliere il senso e la rassegnata saggezza con cui il rimpianto degli studi mancati e della formazione dell’uomo sono stati vissuti. A cominciare dal tardivo apprendimento delle potature degli alberi da frutto, alle scuole elementari che non hanno avuto seguito, alla passione per il clarinetto abbandonato con sofferenza perchè nessuno forse gli insegnò le tecniche più semplici di respirazione e emissione del fiato, al mandolino il cui studio e pratica rimasero per sempre appena dilettanteschi.
Rimpianto del sapere insomma, al quale queste rime rendono un tributo, denso e fitto come quell’albero al quale Gasperino guardava sentendone la forza misteriosa.



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sabato 5 febbraio 2011

DAVID DE VECCHIS - ARTENA DOPO L'UNITA'


Artena dopo l'Unità. Opera di David De Vecchis


“MEMORIE STORICHE”

DAVID DE VECCHIS UNA VITA IMPREGNATA DI SANA CULTURA:
LA STORIA SMENTISCE LE CATTIVE DICERIE SU ARTENA.

di Umberto Proietti

Artena. “La storia smentisce le cattive dicerie e l’ingiusta fama di terra di briganti che per decenni si è cercato di attribuire agli abitanti di Montefortino. Non c’è alcun fondamento sulla teoria concepita del germe criminale insito nel loro sangue: l’operato, la professionalità e le capacità dei moltissimi personaggi riportati nei documenti storici già dal lontano 1500 sono la dimostrazione che questa teoria è falsa e diffamante.”

Questo è quanto è emerso Domenica 16 Marzo alla presentazione del libro “Artena dopo l’Unità” del Prof. David De Vecchis, laureato in filosofia, che con tutte le sue forze ha contribuito ad evidenziare i molteplici elementi storici che smentiscono le idee diffamatorie che hanno innescato un meccanismo di comunicazione diffusa ma spicciola, che va rettificata secondo giuste e sane convinzioni.

Profonda, documentata e senza possibilità di essere smentita l’analisi storica fatta dal dott. Alfredo Serangeli, saggista e storico, Direttore dell’Archivio storico Innocenzo III della suburbicaria di Velletri-Segni: “non è sostenibile in nessun modo la teoria del germe criminale insito negli abitanti di Montefortino”. Con una attenta e minuziosa ricerca il dott. Serangeli ha riportato alla luce molti scritti d’epoca, depositati presso l’Archivio, dove si evince che Montefortino ha dato i natali a medici, avvocati e professionisti nel corso della storia. “Nel lontano 1600 in quella piccola comunità di laboriosi contadini vi erano già ben 12 personaggi con il titolo di dottore. Personaggi che si sono distinti per il loro operato altamente qualificato e professionale sia in Italia che all’estero”. Fra i numerosi episodi descritti, ricorda che l’11 settembre 1683 un professionista di Montefortino instaurò rapporti anche con la Corte Polacca. E dice: “in quella occasione nacque, per l’operato di un cuoco di Montefortino, il cornetto che oggi noi mangiamo a colazione”. Serangeli ha curato la stesura dei libri: “L’Archivio Notarile di Montefortino” , e “… della terra di Montefortino feudo dell’ecc.ma casa Borghese”: premiato, per gli anni di studio e di ricerca, anche dall’Associazione Artisti Lepini con il “Trofeo Metaforico”, opera della città di Segni significativa per la cultura dei Monti Lepini.

A fare gli onori di casa è la Signora Niki Borghese che ha ospitato il simposio culturale nel ricordo del Prof. David De Vecchis in una sala di Palazzo Borghese, organizzato nella ricorrenza della sua perdita, avvenuta a soli 53 anni, il 15 marzo 2005, per una grave malattia, dopo aver vissuto una vita piena di attività culturali e sociali che ha sempre sostenuto e promosso: nel 1991 fonda l’Associazione culturale “Artena Nova” con la quale crea la manifestazione “Festa de Montefortino”; nel 1998 è tra i fondatori dell’Associazione culturale “Padre Ginepro Cocchi”; nel 1999 a seguito di un suo progetto sul tema delle coltivazioni biologiche nasce l’Associazione olivicoltori OLEA.

Possiamo sicuramente affermare che è stata una vita impregnata di sana cultura.

De Vecchis nel libro che è stato presentato mette in risalto una serie di eventi riscontrati nel contesto storico, sociale e ambientale del territorio di Montefortino al fine di non perdere le memorie storiche e di riordinarle per una lettura lineare che senza alcun dubbio spazza via l’attribuzione della cattiva fama voluta nei confronti delle generazioni della popolazione laboriosa di Montefortino. I molteplici avvenimenti storici riportati alla luce saldano le memorie storiche che rendono, per quanto possibile, giustizia per queste dicerie infamanti.

L’emozione di Martine Challier, moglie di David, è elevata; cerca di non farla apparire per il suo ruolo di coordinatrice, manifestando la sua gratitudine per il riscontro dell’affetto che i cittadini di Artena hanno sempre avuto nei confronti di David; ringrazia con sentimento tutti quelli che sono stati vicino al marito anche nel periodo in cui lui soffriva per la malattia e dà la parola ai presentatori del libro.

Le parole dell’avv. Raffaele Marchetti, di Giulianello, storico e studioso delle tradizioni e della cultura popolare del territorio, nel presentare il libro di David, da lui affettuosamente ricordato, sono forti e decise: “La malattia della fame, causata dalle gesta del papato contro Montefortino, portò la popolazione a vivere di espedienti che gli resero la ingiusta fama di sgrassatori”. Di David ricorda l’entusiasmo e lo spirito sociale nell’attivare tutte quelle iniziative culturali legate alla tradizione e alla popolazione; ricorda anche che è stato uno dei fondatori dell’Associazione APORIA, Amanti Poesia Ottava Rima Associati, impegnata a diffondere e conservare l’antica arte della poesia in ottava rima improvvisata.

Gli amici di David erano tutti presenti, fra questi il poeta Ezio Bruni che, invitato a recitare una poesia in dialetto, si esprime con versi che fotografano con quanta umiltà gli abitanti di Artena hanno soddisfatto le esigenze della quotidianità popolare nei momenti difficili.

Chiude gli interventi il prof. Fortunato Minniti, dell’Università degli Studi Roma Tre, che parla dell’onestà intellettuale di David e dell’atto di amore per la sua terra che ha espresso basando la sua tesi di Laurea sui temi riportati sul libro presentato.

Con affetto e attenzione le persone che gremivano la sala hanno partecipato e in segno di consenso hanno applaudito gli interventi fatti, mostrandosi uniti in una unica convinzione; presenti in sala anche alcuni rappresentanti dell’Associazione Artisti Lepini per ricordare il Prof. De Vecchis scrittore e promotore della cultura dei Monti Lepini.

16 Marzo 2008

giovedì 27 gennaio 2011

ANELO CASTRUCCI - La famiglia Gabriele. Riflessione di ieri e di oggi di un italo-canadese

Memorie storiche
di Umberto Proietti

“La famiglia Gabriele. Riflessioni du ieri e di oggi di un italo-canadese”, questo è il titolo del libro che Anello Castrucci ha scritto a Ottawa (Canada) nel 2008.

In questa sua terza pubblicazione l’autore ci racconta sacrifici e gioie della sua vita, e descrive vicende e fatti che hanno segnato la sua esistenza portandolo in Canada. “Gabriele” è lui, un uomo che non ha perso nulla delle sue reminiscenze paesane, legato alla sua famiglia, che, in questo libro, ripercorre la sua vita sin da quando si imbarcò a Napoli “il primo Agosto 1953” per Halifax, ove sbarcò dopo nove giorni dalla nave “Conte Biancamano”, diretto per Sault Ste. Marie nell’Ontario.

Ex pastore temprato al sacrificio “non avevo grandi pretese” inizia così la sua avventura di emigrato “il Nordamerica indubbiamente offriva una vita migliore”.

Il percorso della sua vita in Canada è spesso contornato da memorie che ben definiscono usi e costumi di un paese formato da gente semplice, spontanea, rimasto a lui vicino, che non ha perso e non vuole perdere perché è il suo paese natale: Carpineto Romano.



Dall'album: OTTAWA di Ottawa Illinois




Un seguirsi di vita trascorsa in una realtà sconvolta dagli avvenimenti spesso resi concreti con minuziosi e suggestivi scorci inseriti puntuali negli eventi storici fondendo con loro.

Per meglio capire un assaggino ripreso dal preambolo:
“Un giorno del millenovecento cinquantuno / In paese sembrava non ci fosse nessuno / Facevano da padrone pioggia e vento / E io triste e muto sorridevo a stento: / Avevo in mano la chiamata di precetto / Perché a casa mia c’era Tanto bisogno / E partire così non era un bel sogno.” “E partii per il C.A.R. di Cuneo. …”

Anello Castrucci - coordinatore dell’Associazione “Artisti Lepini” degli emigrati lepini in Canada - ha al suo attivo altri due libri: nel 1984 “I miei lontani pascoli” e nel 1996 “Voci che tornano. Ricordo dei Monti Lepini”.

Il libro “La famiglia Gabriele. Riflessioni di ieri e di oggi di un italo-canadese” è stato pubblicato dall’Associazione Artisti Lepini, con il n. 97 nella collana “Documenti di Cultura Lepina” il cui Direttore è il Dott. Franco Caporossi.


Carpineto Romano

Il libro apre con la foto di Carpineto Romano e chiude con la foto di Anello e Loreta Castrucci che sorridenti esclamano “Arrivederci!”, a cui noi rispondiamo: Arrivederci alle vostre prossime interessanti memorie storiche.

lunedì 24 gennaio 2011

ALDO ONORATI - LA SPERANZA E LA TENEBRA


“La speranza e la tenebra” di Aldo Onorati

ALDO ONORATI
PRESENTA A VELLETRI IL LIBRO “LA SPERANZA E LA TENEBRA”
di Umberto Proietti

Aldo Onorati sceglie la Libreria Mondatori di Velletri per la prima presentazione del suo libro “La speranza e la tenebra”. In esso percorre una serie di eventi vissuti nel contesto storico, sociale e ambientale di Roma e dei Castelli Romani nei primi 70 anni del 900.

Il protagonista del romanzo – Felice – scorre nelle pagine sotto l’attenta osservazione dell’autore nato e vissuto nei Castelli Romani.

È il prof. Filippo Ferrara a illustrare i contenuti di questa opera narrativa che, vissuta all’interno delle vicende nazionali politiche, riprodotte in questa area a ridosso di Roma, diventa anche un prezioso documento storico.

“Preziosa fonte d’informazione è stato mio padre, testimone dei tempi narrati.” Così ci rivela lo scrittore.

La lotta per l’ideale, è questa l’idea di base sostenuta dal protagonista e supportata anche dalla meditazione riportata sul retro della copertina: “Il male ha alleati potenti. Ma gli idealisti sono la coscienza del mondo.” Attento osservatore di opportunismi, tradimenti e sconfitte, il personaggio principale uomo retto e coerente, sembra avere tutti contro, anche la stessa natura, tanto amata dall’autore che in più occasioni la esalta negli incisi del racconto.

A leggere alcuni brani del libro è stata la prof.ssa di filosofia Patrizia Audino apprezzata molto dal pubblico per la sua elegante lettura:

“Le ridenti colline, verdi estate e inverno, chiare di sole e di luna, assunsero un aspetto brumoso durante i bombardamenti. I grottini umidi, primordiali, che escono sul lago come grandi bocche della terra, divennero il ricovero di tanti sfollati, la tomba di tanti morti.” Uno scenario incantevole in una realtà sconvolta dagli avvenimenti spesso resi concreti con minuziosi e suggestivi scorci che si inseriscono puntuali nei dialoghi fondendo con loro. “Anche i contadini dei Castelli Romani, […], sentirono il fascino della frase “Secolo nuovo, cose nuove”. E la ripeterono per le vigne, senza eco a causa della neve che spegne rumori; e la pronunciarono, come una formula magica, sui sagrati delle chiese, nelle osterie, sui sentieri fra i casolari sperduti. In quei tempi, infatti, dai Colli Albani al mare si stendeva una fascia di verde compatto e rari sorgevano i casali sulla pianura.”

Il romanzo si sviluppa nello scenario delle campagne romane e laziali con penetranti avvenimenti storici e politici che scorrono unitamente all’avvento tecnologico e industriale mutando la civiltà contadina.

Ancora Audino recita una parte dell’ultime pagine del libro:

“Felice tornò pian piano al lavoro dei campi. Al tramonto era così dolce il fuoco, il fumo che all’orlo della fiamma tagliente si liberava per il camino… Il gallo insonne dava l’addio al giorno col canto con il quale forse aveva annunciato ai primordi, per volere divino, il compimento della Creazione.”

Quest’opera, attuale per la trama e i protagonisti, ci fa riscoprire il desiderio, radicato in ognuno di noi, di credere in qualcosa per cui valga la pena di vivere e morire.

Aldo Onorati, Direttore editoriale, è autore di opere tradotte in varie lingue.

Ricordiamo le più lette: “Gli ultimi sono gli ultimi – Nel frammento la vita – La sagra degli omicidi – Lettera al padre – La vigilia dei sensi – Il sogno, l’incubo, il sacrilegio – Il Dio ritrovato”.

Docente di lettere alle superiori, dantista e critico d’arte presta la sua attenzione anche allo studio dei dialetti comparati nei Castelli Romani e all’antropologia culturale di questo territorio.