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sabato 7 aprile 2012

GIUSEPPE CHERUBINI - L'UOMO QUADRATO - SEZZE CITTA' DELLA PASSIONE





L’Uomo Quadrato

Opera del M° Giuseppe Cherubini

La scultura in bronzo è di m 2,50 per 1,70.

Al centro riporta il logo della Passione di Cristo e ai quattro angoli il quadrato, simbolo della perfezione. Le sue bisettrici s’intersecano generando la Croce di Cristo, formando quattro quadrati, che con le diagonali compongono due triangoli rettangoli per ogni quadrato.

La circonferenza inscritta nel quadrato generale circoscrive i quattro triangoli centrali, contenenti i volti dei Quattro Evangelisti rivolti nelle direzioni cardinali.

Girando il cerchio di 90°, i volti sono sempre rivolti ad Est, fonte di luce e di calore, guardando l’uomo perfetto.

Cerchio e quadrato sono l’espressione più alta dell’intelligenza umana, riscontrandosi con il problema ermetico della quadratura del cerchio.

Il numero quattro è il numero della perfezione divina, il simbolo del mondo che parte dal centro della croce nelle direzioni cardinali.

I quattro angoli dell’opera scultorea, sintetizzata nelle linee, ma ampliata nel pensiero, rafforzano il significato della Via Crucis, ove i volti dei Quattro Evangelisti, che la narrano e la diffondono nel cosmo, guardano verso l’umanità nello svolgersi del tempo.

“L’umanità è collegata alla divinità, il tempo all’eternità, il terreno al celeste…”

Il cerchio e il quadrato ne rappresentano i due aspetti fondamentali, nei cui rapporti esiste una distinzione ma anche una conciliazione.

Per i cristiani il Cristo rappresenta l’umanità, egli verrà considerato come l’uomo quadrato per eccellenza”.

L’opera scultorea vuole rappresentare il collegamento dell’umano al divino e del tempo all’eternità.

“Gesù pose al centro del suo messaggio questi precetti divini, quasi a sottolineare che l’uomo non è mai stato così vicino alla santità di Dio come quando ama il suo prossimo – e nel concludere col pensiero di San Girolamo - egli comanda non l’impossibile ma ciò che è perfetto.”

Come riportato da S.E. il Vescovo Andrea Maria Erba nel libro “SERVITORI DEL VANGELO” a pagina 177 - Capitolo “Nella perfezione dell’amore il compimento del regno di Dio.

Il basamento, al centro della rotonda dove posa l’opera, in forma quadrata con il lato anteriore è rivolto ad est. Il viottolo che porta all'opera ha due cigli che partono dagli spigoli del basamento e si allargano verso l’uscita della rotonda, con all’interno raggi che vanno verso est, come a dire che questi illuminano l’umanità.

Giuseppe Cherubini, scultore,

è nato nel 1939 a Rocca Massima,

si è diplomato alla Scuola d'Arte di Roma

e da qualche anno vive a Giulianello (Cori - Latina – Italia).

Foto di Umberto Proietti inaugurazione rotonda nel Comune di Sezze il 5 Giugno 2010


giovedì 22 dicembre 2011

LUCIA HESSELINK e SOFIA BUCCI - FANTASIE



FANTASIE

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Creazioni dell'artista Lucia Hesselink

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Foto dell'artista Sofia Bucci nella Mostra a Rocca Massima

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L'artista Lucia Hesselink è nata in Olanda

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e da anni risiede in Italia,

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a Giulianello, in provincia di Latina.

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Sofia Bucci è nata e vive a Giulianello,
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in Provincia di Latina, Lazio, Italy.
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Ha studiato presso la Scuola Romana di Fotografia.
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lunedì 22 agosto 2011

DOMENICO GILIO - ROSA DI LUCE E PANE - 1° PREMIO GOCCIA D’ORO 2011 - POESIA - ROCCAMASSIMA 21.08

Rosa di luce e pane
a mia madre

L’ombra di me, nel buio,
dove tutto s’addensa
la chiave invano tende.
e’ l’uscio un muro,
ermetico, sinistro,
tra scheletri di case
e vene disseccate,
delle strade.

Da prigioni di nebbie,
voci stridule
di nidi
sotto i tetti,
disfatti.
E sibili di boschi
su radure,
auree tinte, innocenti;
di paure.

Sotto l’arco del cielo
capovolta Armonia:
muore il canto.
La terra non respira.
Il tempo se ne va e non ritorna.

Avrò pietà
del croco calpestato,
della viola
sul ciglio della strada?
O è finito per sempre
il tempo delle attese?

Madre cortese, è il limite,
oltre il nostro
volere,
inviolabile!
Tu, che mi hai affrancato
dal lavoro
dei campi,
mi hai conservato intatto
il cuore della terra,
le sue fonti.
Mi dicesti: Vai, figlio!
Io ho inseguito
ombre, le labili orme di parole,
nuvole rosa in volo
a immagine dell’anima;
di onde vertiginose.

Null’altro mi si è dato che parvense.
Quasi un tocco,
non per viltà, furtiva,
la ricerca.
Fiocchi di sogni alati la Bellezza
allo sguardo si scioglie.

Su queste soglie d’alba
si coglierà la Rosa
della luce
sparviera.

Le spighe con le reste aspre di sole,
ghermite ad una ad una tra le stoppie.
E poi mani febbrili
di notturno lavoro
a intridere farina e lievitare
larghe nicchie di pane
a custodire
Dio.

Non una briciola si può sprecare
per non perdere il sacro e ogni fragranza
Rifiorirà la Rosa,
Rosa di luce e pane,
ritmata di dolore e voluttà.
Le voci di sirene;
I sempiterni semi
della terra
feconda.
Di ogni provvido
amore; di stupore.
E’ solo una leggenda …
Quel che è stato
com’era

resterà.

In cielo sale l’Ave
Maria della sera.
Umile madre,
Addio.

Domenico Gilio
Professore Poeta Scrittore

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La poesia è stata letta dalla Prof.ssa Patrizia Audino

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MARIO USAI - PAESAGGIO CON VIGNETI - 1° PREMIO GOCCIA D’ORO 2011 - PITTURA - ROCCAMASSIMA 21.08

PAESAGGIO CON VIGNETI


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1° PREMIO GOCCIA D’ORO 2011 - PITTURA


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ROCCAMASSIMA 21.08.2011


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Opera del pittore Mario Usai


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domenica 21 agosto 2011

PREMIO GOCCIA D’ORO - ROCCA MASSIMA 21 AGOSTO 2011 ORE 21,00

A Rocca Massima il 21 agosto alle ore 21


PREMIO GOCCIA D’ORO 2011


nella Piazzetta della Madonnella ,




saranno premiati i poeti – adulti e ragazzi – e i pittori




che hanno partecipato alla IX edizione dell’ormai famoso Premio,




conosciuto non solo nel Lazio, ma anche in molti altri luoghi d’Italia.




La cerimonia all’aperto avrà un fascino particolare per il panorama fantastico che i partecipanti avranno davanti agli occhi e che abbraccia parte della Pianura Romana e della Pianura Pontina.
La cerimonia sarà allietata dalla voce di Ilenia Galli, cantante veliterna, nota ben oltre il Lazio, apprezzata non solo per la sua splendida voce ma anche per gli studi fatti con maestri celebri; è stata vincitrice nella nostra città del premio “Una voce per RDVS” ed ha partecipato a numerose trasmissione televisive.



Per quanto riguarda il “Premio”, si registra un aumento dei partecipanti alla sezione poesia adulti; alle penne degli affezionati se ne sono aggiunte diverse altre e di valore.




Per quanto riguarda i ragazzi, dopo la “valanga” dell’anno scorso (circa 680 poesie pervenute!), gli organizzatori sono stati costretti a chiedere aiuto agli insegnanti e professori, pregandoli di fare una pre-selezione delle poesie dei loro ragazzi e di non inviare più di sei poesie per ogni classe. In questo modo si è ridotto il numero delle poesie da esaminare (oltre 250!) ed è aumentata la qualità, ovviamente tenendo sempre presente che si tratta di ragazzi, sia pure “geniali” e ben guidati dai loro insegnanti. Per la prima volta sono state individuate le due scuole che hanno ottenuto complessivamente il maggior successo: l’Istituto Comprensivo “Cesare Ionta” di Segni e l’Istituto Comprensivo “Marianna Dionigi” di Lanuvio; avranno un aiuto in denaro per l’acquisto di materiale scolastico. Sempre per quanto riguarda i ragazzi, le otto migliori poesie tra tutte quelle inviate, saranno premiate la sera del 21, mentre tutti gli altri partecipanti avranno un attestato di merito e una medaglia, tramite la scuola di appartenenza, all’inizio del prossimo anno scolastico.



Per quanto riguarda la pittura c’è un bel gruppo di partecipanti che hanno inviato opere notevoli, le quali sono riportate in parte, assieme alle poesie, nel catalogo(circa 100 pagine) che sarà disponibile la sera del 21.



Da notare ancora che nelle commissioni giudicatrici, sia delle poesie che delle opere pittoriche, prestano gratuitamente il loro aiuto insegnanti e pittori ai quali – e ovviamente anche a tutti gli altri collaboratori- è grata l’associazione culturale “Mons. G. Centra”, che organizza il Premio.



La partecipazione alla cerimonia del 21, alla quale i lettori sono invitati, è un’occasione di “divertimento” certamente differente dai soliti, ma non meno interessante e da non disprezzare se si vuole essere persone complete che pensano anche ad arricchire il proprio spirito.


Chi condivide gli intenti dell’Associazione, non può mancare!
Un cordialissimo saluto.
Enrico Mattoccia

martedì 12 luglio 2011

DANIELA FOSCHI A ROCCA MASSIMA - PERSONALE DAL 16 LUGLIO AL 19 AGOSTO - OSTELLO DELLA ROCCA

Daniela Foschi nasce a Roma dove vive e lavora.




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Amante della pittura già da giovane,
consegue il diploma di Maturità Artistica,




sez. Architettura al 2° Liceo Artistico di Roma,




e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma sez. Pittura di Via Ripetta.




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Abilitata in Discipline Pittoriche




per l’insegnamento nei licei artistici e istituti d’arte,


Disegno e Storia dell’Arte per l’insegnamento nei licei scientifici


e scuola media.


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Attualmente insegna Arte e Immagine




nella scuola secondaria di primo grado “J. Pintor” di Roma.




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"Nella mia pittura, il gesto pittorico e la materia diventano i veicoli




con i quali scoprire, indagare e studiare la superficie,




che da me viene vissuta e affrontata come tela da tessere."




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Daniela Foschi




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La mostra “Spazio al colore”, dalle Fonderie delle Arti ,via Assisi 31di Roma si trasferisce nei mesi di Luglio e Agosto nei locali dell'Ostello della Rocca a Rocca Massima in provincia di Latina.



Un altro evento inserito nel Progetto culturale artistico che vede protagonisti tutti gli artisti ed in particolare quelli che fanno parte del territorio.



Spazio al colore!

Guardare i quadri di Daniela Foschi necessariamente porta ad accorgersi che lo spazio è cosa diversa da quella assimilazione soggettiva attraverso cui i nostri sensi sono abituati a percepire l’esistente. Si sperimenta una dimensione altra. Che è pure una dimensione riconoscibile e nota, in qualche modo congeniale all’idea che dobbiamo avere del mondo. Forse bisogna proprio dare ragione ad un artista come Achille Perilli, quando sostiene che “esistono due spazi. Il mio, vostro, nostro, di tutti, e un altro spazio: quello dell’arte; in quest’ultimo vivono forme e colori che noi dipingendo rendiamo solo in parte, per quel tanto che è nelle nostra capacità di rendere”. La pittura cioè non si esercita per niente a riprodurre in modo più o meno fedele il mondo che noi tutti, come esseri fisici, abitiamo; in realtà essa è il riflesso di un intero e distinto universo, di cui fornisce le molteplici esperienze. Tutto ciò che esiste in tale universo è effettivo, constatabile solo nei termini di un’evocazione passionale, di un’emozione suscitata che potente e compatta assorbe il calore, la pulsazione, il respiro, l’essenza stessa della vita. Daniela Foschi mette in moto un meccanismo di luce e colore che fraziona e distribuisce la superficie pittorica entro il tracciato di linee di movimento, in un addensarsi di geometrie e direzioni, fino in una tessitura cromatica, fitta di segni e di settrici, che diventa vera e propria atmosfera, invasione totalizzante del sensibile. La realtà è allora questa verberante suggestione luminosa, ai cui ritmi si muovono anche le storie, gli incontri, i momenti esigui e le situazioni concrete, ma soprattutto fluiscono le sensazioni e la percezione stessa della vita.



Prendiamo ad esempio questi paesaggi urbani. L’artista sbalza la visuale oggettiva dalle angolature di una impressione veloce di linee cromatiche e forme e tracciati. Impressione, che però è la vera protagonista dello spazio, il vero fulcro di interesse per la ricerca e la sperimentazione creativa. Anzi, proprio da tale impressione si genera poi la visione, come dimostrano i quadri il cui soggetto è pura ed incondizionata elaborazione dei motivi di colore. Gli stessi motivi, con le loro geometrie o andamenti, poi entrano come fondali e quinte scenografiche nelle rappresentazioni figurative, corrono come tratti che in cadenza parossistica segmentano la struttura dell’immagine, dilagano come diffusioni vorticose che segnano le energie ed il movimento all’interno dei contesti. La relazione fra intuizione e raffigurazione viene avvalorata dall’intreccio di queste linee di forza, futuristicamente inserendo nella composizione, anzi addirittura facendo prevalere, le direttrici dinamiche. Cosicché si sviluppa il linguaggio personale dell’artista, equidistante sia dal rigore razionalista di un astrattismo geometrico come dalla passività descrittiva di un puro e semplice naturalismo. Alla fine in queste città, in queste situazioni di effimera quotidianità, si annullano i caratteri di individuazione inerte di un dato momento in un dato luogo, ed invece si pone definitiva ed in assoluta nettezza l’interiorizzazione di un fascino emotivo, e vitale, ognora palpitante.



Più che ad una scansione visiva della realtà dunque, tale regolarizzazione delle tensioni si conforma come per naturale affinità allo scandirsi di questi ritmi urbani, serrati quali li registra l’occhio dell’artista e che ci appaiono, come nella nostra comune esperienza e sentire, frammentati, adiacenti, compresenti, indipendenti; e che pure, nello stesso tempo, costruiscono un agglomerato inestricabile e compatto di tempi e circostanze, di percezioni sovrapposte e fuse insieme, anche di equilibri disarmonici, ma ormai abituali e distintivi dei nostri giorni metropolitani.



In tutto questo non bisogna mai dimenticare la luce. Quasi si trattasse di registrarne le singole incidenze e, per così dire, i singoli umori (il loro assieparsi contiguo e compositivo), la pittura incalza ed amplifica l’impressione visiva. La stesura dei colori, la sua consistenza, è appena corposa e ruvida, come fatta di filature screziate, graffi di spatola; eppure la sua resa è di atmosfera limpida e tersa, luce che annulla i volumi e le penombre, precisa i contorni in una bidimensionalità a “taglio di vetro”. L’espressività si fa così intensa da riuscire a condurre le prospettive inattese e gli strisci rapidi dei movimenti fino alla “trasparenza” del soggetto: ciò che viene raffigurato si rivela occasione per fare pittura, per dare alla pittura l’ordine su cui stendere le sue trame fisicamente rilevanti e rilevate. Al punto che in alcuni esperimenti Daniela Foschi rafforza l’impianto pittorico con l’inserimento di materiali e, quindi anche qui, di fili e partizioni, aprendo alla sostanzialità degli elementi e degli spessori le successioni di piani, e di rifrazioni, sulle tele. Ed è interessante questo gioco con la materia, con le “cose” (ecco le sedie di Daniela Foschi, il loro “stare” inopinato in pittura) che diventano soggetti d’arte tramite gli arricchimenti di accostamento e colore, in questa sublime dialettica fra le dimensioni. Come si vede, allo spazio si ritorna. A questo spazio di riflessi e timbri cromatici, la cui forma concreta aderisce come un tessuto alle immagini, impalpabile e tuttavia ad esse intimamente attinente. Uno spazio che si modella liberamente, come emozione e misura dell’azione penetrante della luce.

Francesco Giulio Farachi


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ROCCA MASSIMA


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Rocca Massima è un comune di circa 1.100 abitanti




in provincia di Latina nel Lazio, a 60 Km da Roma,




raggiungibile passando per i Castelli Romani, dopo Velletri e Giulianello,




o uscendo al Casello autostradale di Valmontone,




a 20 Km passando per Artena e Giulianello.




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Paese dei Monti Lepini, a 735 m s.l.m.,




dista circa 40 Km dal mare




e 10 km dal Monumento Naturale Lago di Giulianello.




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A Rocca Massima nella Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo,




dotata di un maestoso organo meccanico di oltre millecento canne,




ogni anno si svolge la Rassegna Organistica Internazionale,




che, giunta all'XI edizione, ospita i più grandi maestri organisti




provenienti da ogni parte del Mondo.




Queste esibizioni vengono proiettate su uno schermo gigante




dando modo al pubblico esterno di seguire i concerti.




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Iniziano a Maggio le feste di paese




con S. Isidoro nella terza domenica di maggio,




il sabato successivo la processione notturna per l’ottavario di S.Isidoro




e la domenica la festa di Maria Santissima della Pietà.




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Un evento culturale di prestigio per l’intero Territorio




è il “Premio Goccia D’Oro”,




organizzato dall’Associazione “Mons. Giuseppe Centra”,




che coinvolge artisti adulti e scolaresche con poesie e pittura:




nel 2011viene celebrato il 21 Agosto.




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Durante il periodo estivo Pro Loco di Rocca Massima




organizza l'estate rocchiggiana ricca di eventi culturali,




che spaziano dal teatro, alle poesie della memoria,




dalla musica leggera a quella classica,




con assaggini culturali a base di prodotti locali.




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La festa in onore del patrono, San Michele Arcangelo,




ricorre il 29 settembre: i suoi bellissimi fuochi d’artificio




sono visibili da tutta la pianura pontina fino alla costa laziale.




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Festeggiata ad Ottobre la Sagra dei marroni,




che con le olive sono patrimonio rinomato dei prodotti tipici,




trainanti dell’economia locale sviluppata




da prestigiose aziende agricole attive sul territorio.




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Umberto Proietti



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sabato 5 marzo 2011

PAOLA DONDONI - COLOMBINA E L'AMORE DI ARLECCHINO


COLOMBINA CONTADINA
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Opera in ceramica
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dell'artista Paola Dondoni
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Colombina: maschera veneziana della Commedia dell'Arte.

Colombina è stata creata per dare una moglie ad Arlecchino e Pulcinella.
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COLOMBINA SEICENTESCA
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Opera in ceramica
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dell'artista Paola Dondoni
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Colombina ha debuttato nella Commedia dell’arte alla fine del '600 nel teatro parigino della Comédie-Italienne.
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Marie Catherine Biancolelli (1665 - 1716) debuttò nel 1683 con il nome di Colombina.
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La Biancolelli faceva parte di una famiglia di comici dell'arte che per lungo tempo dominò la compagnia dei comici italiani in Francia e il più celebre della famiglia fu l'Arlecchino Dominique Biancolelli uno degli attori più amati e celebrati dai francesi.
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ARLECCHINO GELOSO
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Opera in ceramica
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dell'artista Paola Dondoni
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Nelle rappresentazioni è spesso oggetto di attenzioni da parte del padrone Pantalone, la qual cosa provoca la gelosia in Arlecchino.
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Il testo drammaturgico più famoso in cui compare Colombina è la commedia Colombine avocat pour et contre canovaccio rappresentato nel giugno 1685 e più volte rimesso in scena sia al Théatre Italienne che in seguito al teatro della Foire.
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Qui i personaggi di Arlecchino e Colombina (Arlequin et Colombine) recitano in una lingua franca mista tra il francese, l'italiano e il dialetto veneto-bergamasco, residuo dell'origine italiana degli attori.
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LA FELICITA' E' VIVERE IN CAMPAGNA
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Opera in ceramica
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dell'artista Paola Dondoni
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Carlo Cantù, celebre Buffetto, nel testo della sua opera (1646) riporta il nome Colombina: Cicalamento in canzonette ridicolose, o vero Trattato di matrimonio tra Buffetto, e Colombina comici.
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Colombina rappresenta spesso il personaggio della Servetta nella Commedia dell'Arte, fin dalle origini sotto i nomi più svariati.
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La Servetta più antica risale alla metà del '500 e compare, con il nome di Franceschina (o Francesquine) nelle incisioni della Raccolta Fossard una delle principali testimonianze iconografiche della commedia dell'arte.
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Fra gli altri nomi della servetta vanno citati:
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Corallina, interpretata sempre in Francia, da Anna Veronese figlia del capocomico Carlo Veronese che compare anche nei Memoirès di Carlo Goldoni, intorno alla metà del '700;
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Ricciolina (che compare già alla fine del '500 nella Compagnia dei comici Gelosi interpretata da Maria Antonazzoni), Spinetta;
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Smeraldina (che appare in Carlo Gozzi, ne L'amore delle tre melarance e ne Il servitore di due padroni, L'uomo di mondo e altre fra le prime commedie scritte da Goldoni) e talvolta anche come Arlecchina.
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Il personaggio di Marionette che compare nella Vedova scaltra di Goldoni è la versione raffinata di Colombina.
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Umberto Proietti
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Le opere di Paola Rondoni sono esposte
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dal 24 Febbraio al 24 Marzo 2011
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presso la Galleria “IL SIPARIO”
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al Centro Storico di Giulianello
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(Provincia di Latina - Lazio – Italia)
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Paola Dondoni nasce a Roma dove inizia a studiare l’arte della ceramica con i maestri Gastone Primon e Alberto Muro.
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Frequenta l’Accademia di Belle Arti nella sezione di Scenografia dove scopre la passione per le maschere della Commedia dell’Arte e dove inizia la ricerca delle forme tradizionali di rappresentazione decorativa.
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Negli anni ’90 partecipa alla realizzazione di opere pubbliche e private tra cui la mostra dei murales di Melito di Porto Salvo, la decorazione dell’ippodromo di Tor di Valle, l’allestimento di decine di scenografie teatrali ed altrettante mostre pittoriche. Si dedica inoltre allo studio di nuove tecniche e forme espressive quali la ceramica Raku, la paper clay e le tecniche di pittura orientale.
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Nel 1998 si trasferisce a Rocca Massima dove prosegue l’attività di ceramista, realizzando maioliche d’arte e da utilizzo nelle quali unisce il rispetto delle tecniche tradizionali ad una spontaneità e freschezza espressiva che le rendono uniche.
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lunedì 28 febbraio 2011

GIUSEPPE CHERUBINI - LA DISPERAZIONE DEI POPOLI IN GUERRA


LA DISPERAZIONE DEI POPOLI IN GUERRA
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Scultura in legno del M° Giuseppe Cherubini
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Giuseppe Cherubini, scultore,
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è nato nel 1939 a Rocca Massima,
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si è diplomato alla Scuola d'Arte di Roma
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e da qualche anno vive a Giulianello (Latina - Italia).
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Ha fatto dell’arte e della cultura
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lo scopo della sua vita,
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realizzando numerose opere
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scolpite sul legno, pietra, granito, marmo
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e modellando il bronzo.
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Umberto Proietti
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mercoledì 23 febbraio 2011

GIUSEPPE CHERUBINI - IL DOLORE DEL MONDO

IL DOLORE DEL MONDO
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Scultura in bronzo del M° Giuseppe Cherubini
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“Il bassorilievo rappresenta
una riflessione basata
sulla perdita etico morale
del valore della vita
e dei sentimenti perduti
nel grande mare dell'indifferenza.
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Tutti predicano e nessuno agisce,
tutti piangono
ma per un solo giorno.
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Le antiche preghiere rivolte
alla Madonna del Consiglio
diventano oggi disperazione.
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La gente continua a soffrire
e nessuno l'aiuta.
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Solo nel momento più drammatico divenuto pubblico,
solo allora si diventa solidali,
poi cade un velo
come una barriera
per proteggersi dal dolore
come fosse un nemico.
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Nel bassorilievo dominano le mani protese
per esigere attenzione al dolore delle guerre,
della fame,
delle malattie.
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Mani che invocano aiuto
mentre affondano nei nostri mari.
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Mani che chiedono pace
mentre l'odio avanza senza pietà.
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E volti tra esse trasparenti tanto dolore
che va ad unirsi a quello universale della Madonna
raffigurata alla base insieme al suo bambino.
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Di lato il ghigno malvagio di colui che voltando le spalle continua a dominare il male.”
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Giuseppe Cherubini
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lunedì 17 gennaio 2011

GIUSEPPE CHERUBINI - IL DONATORE

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IL DONATORE
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Scultura in bronzo alta m. 1,80
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L'opera del M° Giuseppe Cherubini
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il 17 Marzo 2011 viene installata su un basamento di marmo
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come monumento dedicato ai donatori di sangue dell’AVIS
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in una Piazza del Comune di Sezze in Provincia di Latina (Italia).
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MAURIZIO SOLDINI
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Una mano protegge una accoglie
lo salva lo cura lo accompagna
gli versa quell'obolo rosso nel cavo
e discende nel tronco dell'albero
dai rami le mani s'addensa di resina
il flusso vitale che sgorga dal dono
s'invagina dà nuova vita s'eleva
nel canto di gioia una nuova giornata
rubata alla morte
la vita la linfa
s'inarca s’inquieta ribatte il suo volo
nel cielo si fa vertice umano quando
doni al fratello al disperso nel male
il tuo sangue la vita un sorriso di gioia
che pulsa al mattino di nuova passione
e ritrova nell'aria un qualcosa di nuovo
il volto dell'uomo specchiato nel volto
più vivo - dell'altro - rosato
ancora una mano
che stringe la mano s'intreccia la stretta
che unisce sul monte calvario
a portare una croce comune
quel legno
che rendi leggero soltanto prendendo il sentiero
che guida nel palmo di mano
che accoglie e che dona.
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Poesia di Maurizio Soldini
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(ispirato dalla scultura del M° Giuseppe Cherubini
sulla donazione del sangue eseguita per l’AVIS)
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Roma, 10 dicembre 2010
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Giuseppe Cherubini, scultore,
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è nato nel 1939 a Rocca Massima,
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si è diplomato alla Scuola d'Arte di Roma
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e da qualche anno vive a Giulianello in provincia di Latina (Italia).
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Ha fatto dell’arte e della cultura
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lo scopo della sua vita,
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realizzando numerose opere
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scolpite sul legno, pietra, granito, marmo
.
e modellando il bronzo.
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Umberto Proietti

lunedì 28 giugno 2010

GIUSEPPE CHERUBINI - BIOGRAFIA

BIOGRAFIA DEL M° GIUSEPPE CHERUBINI

di Umberto Proietti


Giuseppe Cherubini, scultore, è nato nel 1939 a Rocca Massima,


si è diplomato alla Scuola d'Arte di Roma

e da qualche anno vive a Giulianello.

Ha fatto dell’arte e della cultura lo scopo della sua vita, realizzando numerose opere scolpite sul legno, pietra, granito, marmo e modellando il bronzo.



In due diverse occasioni incontra il Papa Giovanni Paolo II e il 23 marzo 1988 in udienza dona al Santo Padre la medaglia coniata per l’occasione.

Nel 2000 per la canonizzazione del Beato Tommaso Placidi da Cori viene consegna al Papa la medaglia del Beato coniata da Cherubini.





A Segni incontra il futuro Papa Benedetto XVI, l’allora Cardinale Giuseppe Ratzinger, titolare della Diocesi Suburbicaria di Velletri-Segni.


Prestigiosi trofei nazionali ed internazionali portano la sua firma e vengono celebrati ogni anno con una sua opera:

il Trofeo dei Lepini, il Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini, le opere in bronzo per i Premi Vanvitelli di Caserta, Cronache Cittadine di Colleferro, J’Astrechiglio di Cori, Città dei Ragazzi di Roma, Dino del Bo di Roma, Enrico Fermi di Salerno, Intercultura, Luci della Ciociaria, Aurelio Peccei, Rita Levi Montalcini di Giulianello, Sindacato di Polizia, Letterario del Lazio, Olivo d’Argento di Giulianello ed altri.


Ha realizzato splendidi monumenti a Sezze, Priverno e Ciampino,

opere per chiese, musei e luoghi pubblici, nonché bozzetti, targhe, premi, trofei

e medaglie per

Enti pubblici, Accademie, Archivi di Stato, alcune coniate dalla Zecca dello Stato

e assegnate a noti personaggi in tutto il mondo, quali:

il Papa Giovanni Paolo II, il Papa Benedetto XVI, Maria Teresa di Calcutta, Léopold Senghor, il Presidente Sandro Pertini, Susanna Agnelli, l’Ing. Aletti, il M° Claudio Abbado, il M° Riccardo Muti, Rita Levi Montalcini, Umberto Nobile, Joannes Cabotus, Mons. Andrea Maria Erba, Ettore Paratore e molti altri.


Le sue opere di arte sacra arricchiscono

la Concattetrale di Segni, le Chiese San Pietro e Paolo di Cori, Sacro Cuore di Gesù di Ciampino, il Convento Sant'Agostino di Carpineto Romano e la Chiesa di Buta (Cascia).


Ha esposto

a Bardonecchia, Carpineto Romano, Ciampino, Colleferro, Cori, Ferrara, Giulianello, Manziana, Milano, Monte Porzio Catone, Napoli, Patrica, Pontinia, Roma, Sabaudia, Salerno, Segni, Sezze, Torino, Venezia, Velletri, Viterbo, Malta, Champery (Francia), San Paolo (Brasile) e Ottawa (Canada).


Tra gli innumerevoli premi ricevuti vanno particolarmente ricordati:

l’Athena d'Oro 1978, il 1° Premio Biennale Internazionale Europa Unita di Napoli 1978, il Cimento d'Oro, il Trofeo Claudio Monteverdi 1980, il Premio Simpatia, il Premio Internazionale Campidoglio “Foyer Des Artistes”, Luci di Ciociaria, il Trofeo e la Pergamena dei Lepini.


Molti hanno scritto di lui: critici, scrittori, poeti, artisti, giornalisti nazionali ed internazionali.

IL PRINCIPE - Scultura in marmo del M° Giuseppe Cherubini