sabato 3 dicembre 2011

LAUREEN CROSSMAN - IL GATTO E LO SCACCIAPASSERI

IL GATTO E LO SCACCIAPASSERI


Opera dell'artista Laureen Crossman


Laureen Crossman è nata a Pordenone, ove vive e lavora.


Laureen Crossman segue sin da subito quella iniziale propensione, sentita come unica e vera meta lavorativa, diplomandosi presso il locale Liceo Artistico.

Prosegue gli studi presso la facoltà di architettura dell’Università di Venezia da cui si allontanerà attratta da forme espressive più libere e confacenti al proprio spirito.

Forme che la portano tuttora a cimentarsi nella decorazione di vari materiali.

Questo innato senso dell’unione dell’arte con la vita della quotidiana la spinge ad iniziare la propria avventura già nel 1978 quando, ancora liceale, avvia la propria partecipazione a varie mostre collettive di pittura.

Iniziato il proprio autonomo percorso dopo l’esperienza universitaria, dal 1982 al 1988 coltiva collaborazioni con due importanti studi di grafica e di illustrazione di Pordenone.

Collabora anche con uno studio artigianale di creazioni artistiche continuando, peraltro, a partecipare a mostre collettive e concorsi.

A ciò, dal 1989, associa la collaborazione con la tipografia industriale Grafiche LE.MA., al tempo una delle più grandi e prestigiose d’Europa, introducendo in campo grafico i temi e i modi rappresentativi sempre a lei più cari, quelli prettamente illustrativi.

E se i modi dell’illustrazione e della rappresentazione pittorica sono i più sentiti, è inevitabile che l’unione con il mondo industriale, successivamente rafforzatasi, non possa essere considerata un punto d’approdo dell’Artista.

Nei primi anni ’90, infatti, si avvia la collaborazione, per la parte colore, con il noto fumettista Romeo Tofanetti della Bonelli Editore.

Dalla fine degli anni ’90, raggiunta una maggiore consapevolezza e maturità, Laureen Crossman si dedica prevalentemente alla produzione pittorica e calcografica partecipando a varie mostre, ma non trascurando la formazione.

Segue, infatti, i corsi di apprendimento dell’arte mosaicistica presso al rinomata scuola di Spilimbergo (PN) e gli insegnamenti del noto Maestro Incisore veneto Cesare Baldassin.

La ricerca costante, dunque, ma con lo sguardo oramai da tempo rivolto al mantenimento di esiti espressivi che riconducono sempre ai concetti di semplicità e di naturalezza.

L'arte vissuta come bilanciamento delle vicissitudini interiori e delle tensioni della vita; quasi sempre il luogo in cui tornare arricchiti ma sempre se stessi.

Il rifugio in cui scaldarsi al fuoco dell'essere semplice, bambino rimasto se stesso pur nel rispetto di quella evoluzione interpersonale imposta, prima che dal sentimento della ricerca e dell'ampliamento dei propri orizzonti, dal percorso esistenziale.

Chi conoscesse Laureen Crossman e ne conoscesse anche la produzione artistica nel suo dipanarsi negli anni di un oramai lungo percorso, potrebbe sicuramente rinvenire le tracce delle acquisizioni tecniche e l'arricchimento portato dall'ampia e variegata esperienza professionale. Ma troverebbe anche, alla fine, sempre lei, i medesimi modi espressivi delle proprie emozioni, ed il suo vivere e relazionarsi con gli altri.

Il mondo del percepito e perciò stesso immediatamente colto e vissuto che tutti gli esseri umani sperimentano nel tempo in cui le costruzioni culturali tutte, la stessa acquisizione delle equazioni logiche introdotte dall'apprendimento del linguaggio, releghino in un ambiente secondario.

Il mondo della istintualità incantata, rapita da veloci immagini e dalle sensazioni che ne rimandano: un volo di farfalle, un campo di girasoli, colori che subito colpiscono e svaniscono.

Emozioni sottili che devono sfumare rapidamente.

Il prezzo che l'esistere esige da ogni cosa che si manifesti nel mondo esteriore per poter essere apprezzabile è la sua stessa fine.

Se così non fosse quell'emozione non si potrebbe più ripresentare, risollecitata da quell'immagine, nell'unico tempo oramai probabile, quello futuro.

Questo spirito Laureen Crossman chiede a se stessa di riuscire a distillare e rappresentare come dimensione appena possibile, ma pur sempre possibile, di una immediata solarità del primo impatto.

Dimensione propria di ogni essere umano restituito al tempo delle sue origini.




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